Pègaso - anno I - n. 10 - ottobre 1929
488 P. MISCIA'fTELLI, Miracoli della Gloriosa Vergine Maria i buoni si dà,nno d,elle proprie spade sul capo suo; il pellegrino stanco è accolto a notte da un « omo antico» in un inaspettato castello, e quando la mattina è per congedarsi, l' « omo antico>> gli dice : « - Questa casa è fatta per mano degli angeli et io son San Pietro Apostolo, et quella donna con cui tu parlasti ier sera si è la matre di Iesu Cristo. >► Dopo morte gigli fioriscono dalla bocca dei devoti di Maria .... « cavorno la terra della sua sepoltura et trovorno che la radice di questo giglio era radicata et nata in bocca de quel santo monaco, il quale in vita sua diceva con tanta divozione ave maria. » La testa tronca di un devoto ucciso in peccato vive fintanto che non possa confessarsi..., « allora il pellegrino la pigliò e portolla dinanzi al papa e ai cardinali e allora il capo chiaramente parlò innanzi a tutti.» La Vergine regala mani celestiali alla figlia giovinetta dell'Imperatore amputata per ordine della gel•)sa matrigna, e abbandonata nel deserto. « Questa giovinetta era bellissima del corpo, savia in parlare, solicita in orazione et ogni persona la guardava per meraviglia, per l'aspetto della sua bellezza et perché non aveva mani.. .. - Io sono la sventurata figliola dello Impe– ratore.» Non tutto nel libro è portento, non sempre l'anonimo quattrocen– tista sta sul meraviglioso. Ci sono tratti di un verismo arguto, come questo dell'asinello. « Uno omo molto divoto el quale abandonando ogni cosa c-he aveva, eccetto uno asino, et si dette tutto alla predicazione della parola de Dio, et andava per il mondo facendo frutto alle anime delli peccatori, ma per la fatica del camino aveva retenuto solamente uno asinello, advenne, una volta, che stando lui in orazione, et dicendo il Pater nostro, si cominciava ad ordinare nella sua mente li fatti dell'asinello et dicendo, poi · qui es in celis' diceva nel suo pensiero: 'Che mangerà, oggi l'asi– nello ? et dimane, chi me lo guarderà ? ' et cosi in tutte le altre parole del Pater nostro non pensava in altro che in questo asino.... Fatta dunque che ebbe la orazione, andò al suo asinello e disse: ' O asi– nello sventurato, maggiore parte hai avuto tu nella mia orazione che Dio ', et per potere meglio pensare de Dio vendette questo asinello, e dette il prezzo a' poveri di Cristo. » Questo sembra uno di quei fatterelli, di quelle esemplari arguzie che piacevano a San Bernardino. E d' altronde potrebbe esser di lui. Anche restando a quello che se n'è riportato, è chiaro che le fonti di questo leggendario mariano sono molte e diverse. Il Cavalca, il Passavanti, l'Anonimo senese sono i primi che vengono a mente; ma alcuni tratti e figure (la testa troncata, la i;veuturata figliola dello imperatore, i guerrieri che con le spade colpi– scono sé, ecc.) possono venire al nostro anonimo da leggende e canti ca-. vallereschi e profani, francesi e provenzali. Di questa diversità, chi legge non se ne avvede; o se ne avvede, pèr dir così, in un secondo tempo tor– nandoci su. Uno scrittore come ,questo, finché lo leggi ti sembrerà' sem– pre essere stato lui il primo a dire le cose che dice. Quanto all'arte sua, il riferimento più giusto sarà, sempre quello della pittura. Gli argomenti, i temi dell'anonimo, come il Misciattelli ricorda, hanno riscontro in quadri illustri; il Diavolo scappa dalla sua pagina come dalla tela dell'Alunno, la Vergine" mostra i seni al figlio e; BibliotecaGinu Bianco
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