Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929
La . Stella del N orà 341 - Non voglio contraddirti, ma ci torneremo domani, - diceva il maggiore Iupiter. - Bbbene, vedrai, vedrai, se mi s0010sbagliato. E, tutto saltellante l'uno, l'altro a passi lUJ11ghi e ineguali, in– ciampando nelle lUJ11ghe falde del suo cappotto, i due amici lenta– mente si allontanavamo da quel pUJllto. I:mb.runiva, nel cielo lontano e terso brillavamo le prime stelle, e UJllafunciulla vestita di nero, portando sul braccio UJll gramde mazzo di fiori, camminava a fianco di un piccolo soldato di, fante– ria, stretto in un'uniforme che pareva uscita allora dai depositi del reggimento. Il sootiero era ineguale e accidentato, perché correva lu!Ilgo il pr,omo10torio su e giù per gli scogli e raseaite il mare; e la corta daga, ad ogni passo, batteva sulla coscia del fantaccino con un rumore chioccio di terracotta. Ormai non li divideva più che un breve tratto dall'estremità della pUlllta, dove la Stella del Nord, più che mai sbrundata sul fimnco, levava la sua nera prua verso il cielo. Ed essi la vedevamo come 1llil immenso animale ferito, che levasse al cielo il suo muso tozzo in un'invocazi-O!Ile disperata d'aiuto. Benedetto edl Alessandra scesero verso gli scogli più bassi, an– cora umidi delil'alta marea, pieni di pozzamghere 111elle quali l'acqua st 1 ag1nava luccicando; e, raggiunta la linea delle onde, gettarono al vento quei fiori che caddero nell'acqua bruna e che il risucchio a poco a poco allontanò e disperse. - Alllima ! Alllima mia ! - gridò Benedetto, tendoodlo la maino verso il mare infinito. Poi si sedette su quello ,scoglio, e rimase assorto e triste, a guardare le piccole spume che si arricciolavano ai suoi piedi. Ales– sandra gli si sedette accanto, prese una delle sue mani, e gliela baciò. - Povera mamma, - disse allora Benedetto, - proprio qui si è spenta, all'ombra di questa nave, come in un tentativo disperato di raggiu!Ilgerla per evadere, come se questa nave avesse ancora ,potuto salvarla, e portarla lo111tamo.Maledetta carcassa! Se !Ilon fosse venuta a fracassarsi su questo scoglio, essa vivrebbe, noi tutti ,saremmo ,runcoracon lei, ,lungi di qui, forse felici, e tutto si sarebbe svolto diversamente. Guardala, come è lugubre! Chi sa quanti fan– tasmi si agitano nelle sue stive sco:nquassate, fra le rovine dei suoi p-O!Ilti ! Che cosa aspetta il mare ad inghiottirla? Perché lllon l'affon– dano con le mine? - Non guardarla, - disse sommessamente Alessandra. - E dove guardare? - sospirò Benedetto: - Il mare è im- mooso, ma gli occhi cadono sempre lì, e non ,se ne vogli01110 aUon– trunare, - Guarda in alto, - rispose Alessandra. BibliòtecaGino Bianco
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