Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929

336 U. Fracchia LV. I J I Non :fu possibile tenere a lungo nascosta la verità al m~ggiore Iupiter. Il ri!nvenimento di un giovane c,orpo di donllla vestito d'Ulll abito da ballo non è fatto che possa lasciare indifferente una pic– cola città come la lllostra, cosi povera di eventi. 11 misterioso dramma di quella morte d!ivenne 1I1el termillle di poche ore, e fu per lungo tempo, il suo dlr•amma,intorno al quale •sisbizzarrì la, fantasia di molti: creò due o tre partiti, fece 1I1ascere innumerevoli leggende e ver,sare lacrime sincere per quamto interessate a molti begli occhi aperti sopra un cuore infelice. Il pover'uomo ,si piegò fulminato al terribile annuncio, smarrelll– dosi come un bambino rimaisto a un tratto solo e al buio. iMa, dopo aver pianto e brancolato, aggirandosi disperatamente per la casa col passo incerto di un cieco, quando Massimo gli mostrò quel foglietto 1I1el ,quale essa diceva aiddio ,alla vita ooo ·parole che pa– revano fredde e i!ndi:fferenti al dlolore altrui, egli .si risollevò scosso da ùna collera furibonda, che ,era forse soltanto 1o spasimo col quale la sua forte natura reagiva cont11Ol'ineluttabilità di quella morte. Egli pronu1I1ciòparole atroci contro di dei, maledisse la sua memoria, iilnvocò da Dio ulll castigo che lllon desse mai più pace ìlill'ainima sua; e, .sconvolto d,a quel furore nel ,quale si smarriva interamente la ,sua coscienza, egli non vide ,se no1I1 troppo tardi la tempesta che scatenava intorno a sé e la definitiva rovina alla quale andava inco[ltro. Fu U1I1 momento terribile quello in cui Be– nedetto, che ascoltava raggomitolato in un angolo e col viso llla- ..sc,osto lllelle m3illliquelle parole insensate, si precipitò contro suo padre, trascinato da Ultla collera. altrettrunto cieca e dispel'ata quanto la sua; e, dopo averlo afferrato per il [)etto, scrollandolo come avrebbe fatto 00111 un,a vecchia quercia, gli intimò di tacere. - Era mia madre! - gridava: - Non era niente per :te! Non insultare la •sua memoria! Dicci piuttosto chi sei tu, chi siamo 1I1oi, vecchio bu:ffo111e, ladro, lurido, imbroglione! Allora si vide il ml;liggioreIupiter vacillare, ammutolendo, sotto quell'urto, indlietreggiare sospinto da Benedetto oontro il muro, e :infine crollare di peso sul divano, prima che Massimo e Alessandra potessero accorrere in suo aiuto. Egli cad,de con U1I1 tonfo, e rimase seduto 1I1ella posa s0omposta di ultla marioliletta alla quale si siano ,spezzati i fili. E solo allora Benedetto ebbe coscienza di quanto aveva fatto, :si buttò ai suoi piedi, e, nascondendo il viso contro le sue .ginocchia, scoppiò :in un pianto dirotto. Posò le mani tre– manti su quel capo di falilciullo il maggiore Iupiter, e, a0carezzan– dloglielo lentamente : - Abbiate pi~tà di me, - disse con voce spenta, mentre Ulll'ian- BibliotecaGtno Bianco

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