Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929

334 U. Fracchia finché ho potuto, Massimo, sec001dole mie deboli forze, una mamma tenera e affettuosa per te, come avrebbe potuto essere quella ver,a. Ho aocettat,o, come UJI1a prova della quale si sarebbe tenuto conto un giorno - e ora il momento è venuto - di separarmi per liUnghi anni dalla mia creatura perché tu potessi rimam.ere accanto a tuo paidre; e le mie più mateme carezze sono andate a te, come al mio unfoo figlio. Come condrunnarmi, se questo sentimento cosi puro, cosi vero, a un tratto si è spento, per lasciare che ne divampasse un altro, di natura tanto diversa, e io non ti ho veduto più come un figlio, ma come UJI1 uomo, anelando O()[l tutta l'anima mia il tuo amqre oome può una dorma illlnamorata per la quale nulla esista al mondo -se noo l'uomo che essa ama? Oh, Massimo, oome ho lottato contro di te, e 001I1trome stessa, con quanto tormento, e a quali umiliazioni, a quali miserie ho dovuto abbassarmi! Ora mi sembra che sarebbe ,stato facile viverti aocanto, in silenzio, amamdoti di un amore segreto, ohe tu avresti scambiato per aimore materno, OO[ltraiccambia.ndolo con la tua tenerezza .... Belilo, ma impossibile sog1.no.E Ìln ogni modo, ormai, come tornare indietro ? « Quante oose dovrei dirti 3illcora, che lllon sap,rai forse mt1ii,che forse ti re:nderebbero meno odiosa la mia memoria! Ma ho fretta, e non mi posso attrurdare. Queste ,SO[lO le mie ultime volontà. Non cercate di sapere nulla di me, dal momento in cui mi avete veduta l'ultima volta. Io ho voluto soltanto mettere l'irreparabile fra me e voi, e il come n001importa. Se mi rivedrete oocora, fate che io riposi in un angolo ,di cimitero e che la mia povera a.nim,a sia benedetta. A mio figlio dirai che l'adoro, che l'ho cercato per ba– ciarlo, e che il mio ultimo pensiero e tutte le mie preghiere, se mi sarà concesso di pregare, ,saranno per lui. iMa ,se tutto il mio amore per Benedetto non mi ha salvato, e lllOOmi dà la forza, in questo momento, di lacerare questa lettera, Dio abbia pietà di me, la mia infelicità dloveva essere scritta in cielo. Tu non gli mostrerai questi fogli, e 1I1emmenoa tuo· padre. Per foro ag,giungerò poche righe, ed essi non ,dovranno sapere altro di me. A tuo padre di– rai 11n giomo che vero rimorso, per qua1I1to ho fatto e sto per fare, non sento se non pensallldo a lui e alla sua rovina Ìlnsieme con la :mia. Egli forse mi maledirà perché io distruggo Ìln un attimo questa· lllostra effimera famiglia, che è stato l'unioo ,suo scopo in venti ailllli di lotte e di sacrifici, e solo, fra tutti voi, non mi potTà perdonare. Ma tu sai quante altre cose distrHggo e abbandono nello stesso istante, così care che di tutte l'ultima è la mia vita. « Adldio, addio .... CELESTE)). «P. S. - P.erdonami, compia1I1gimi, Alessa1I1dra. Ho tanto sof– ferto per te. Ji ho voluto tanto bene . .A!ddio, addfo. » BibrìotecaGino Bianco

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