Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929
f La Stella del Nord 329 - AID.zi, .ti_ dico che ID.On importa, - l'ibatié sempre S()([Il'ffiessa– mente l a signora Celeste: - Va' tu, prepara tu ogni cosa, e io ti aspetterò qui, UJil giorno, due, quanto sarà IIlecessario. - E io ? Come giustificherò io la tua scomparsa ? È comodo ! Lasci me negli impioci. - Ma tu non hai IIlessun obbligo di giustificarti per me, - disse la signora Celeste: - Risponderai che ID.onsai IIlulla, che nolll mi hai nemmeno veduta. •Marcello rimase UJ11 attimo incerto, come sospeso. - È questa la tua ultima decisione ? - chiese poi, curvam.dosi su di lei e badandola sulla tempia. - Si, caro, - rispose la signora Celeste. Mentre si vestiva senza fretta, movendosi per quella stanza 111ella quale ora la luce bigia dell'alba si mescolava a quella giallastra della lampada, egli andava dicendo che tutto si sarebbe accomo· dato in poche ore, precisava che cosa avrebbe fatto e detto usce111dlo di là, e quamdo sarebbe ritornato, e cento altri particolari. Soprat– tutto insisteva per sapere se le preferenze di lei eram.o per Parigi o per Roma, per il nord o per il sud, per u111a grande città o per un soggio:r,no invernale. Forse Capri, o Taormina.... E perché. no111 il Cairo, l'Egitto ? Sarebbe stato bello amdare amche più in là. Per esempio, un viaggio al Gi appone, no1 11sarebbe stato delizioso ? Quando infine fu pronto, le racoomam.dò di stare tranquilla, di n0111 spaventarsi di 111ulla,di fidarsi di lui, che era UJ11 uomo. La baciò, lf' chiese.· un bacio, e se ne andò, chiudendo con precauzione la p•orta, come se temesse di svegliarla. La signora Celeste rimase qualche tempo immobile, con gli occh:i aperti e fissi in un punt o. Poi s i riscosse da quell'immobi– lità, e, sollevam.dosi a fatica sul fiam.co,lentamente scivolò dal letto. Era vestita. Solo una spalli111adel suo abito, cadendole sul fianco, le lasciava scoperta tutta una spalla e la curva superiore del seno. Si tirò sulle spalle il mantello, e, avviandosi verso l'uscio, Yide nel grande specchio d'una psiche, spaccato da cima a foodo, il i,uo pov('.ro viso come sfigurato da ulll'orrenda ferita che lo attraveri-ava tutto dalla fronte al mento. Chiuse gli occhi per noo guardare quel– l'immagine, che del resto non visse più di un attimo, e, acceleramdo il passo, uscì dalla stamza. Valbergo, di cui ora vedeva tutta la vergognosa miseria, pa– reva deserto. Non c'era nessu111O ill1 fondo alla scala, IIlé dietro la cassa, e solo dopo qualche minuto di perfetto silenzio alcune voci confuse s'udirono oltre una tenda. La signora Celeste la sollevò esitaru.do, e vide una strunza bassa, affumicata, al centro della quale e ra una tavola rotonda, e, intorno alla tavola, un uomo pelato con ulllà camicia di flanella, un marinaio che aveva un pompon rosso in mezzo al berretto e una ragazza vestita di giallo. Essi discorre- Bibliòteca Gino Bianco
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