Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929

Roma e l'arte edilizia 319 remo al nome amato di Benito Mussolini, potremo dimostrare al m001do COIIl la architettura, formidabile documooto di ,storia, la rinascita dell'runima italiana. Qui i gfovani architetti n0111dovranno per disegnare le loro costruzioni venire a co1I1tillluiaccomodamenti per la presenza di, ulll'antica colonna onoraria, o d:i. Ulllafacciata di chiesa barocca, o di un p,rospetto di palazzo cinquecentesco : a,ccomodamooti dOIIlde esce il falso am.tico, e già se ne vedono qua e là i tristi esempi. Ma creeranlllo in piooa libertà il loro stile, il nostro stile, vera– mente fascista, edl itali-ano. Non si può dimostrare maggiore ammiraziOIIle per l'antico che rispettandolo nella sua cornice dli silenzio ; n001 si può meglio esal– ~are l'epoca ilil cui viviamo, che con creazioni nuove, vive, libere d'ogni impaccio e r-estrizione. Trunto più la nostra superba città deve conservare 11suo carat– i ere, ilil qurunto anche dal lato economico e da quello pratico, gli sventramenti rappresentano sempre u111 vero e irreparabile disa– stro. Difatti intraprendere oggi un grosso lavoro di espropriaziOIIle è impresa da far paura ·runcheagli uomini più audaci e tenaci. Le spese, non ostante le speciali leggi protettrici che tuttavia ven– gO!Ilooggi gù.ustamente applicate coo minor rigore, sooo enormi: e per questo, malgrado l'impulso gagliardo, ilil questi sette a,nni i lavor,i di sventramento sono rimasti all'inizio. Voi vedete al con– trario strade interne 0ostruite in quartieri nuovi in meno d'i un .a.uno. A tutti è certamente accaduto durante u111apasseggiata ,erso i quartieri Salario, Nomentruno, Flaminio, di scop,rire addi– rittura llluove città insospettate. Gli sventramenti insomma esi– gono decine di alllili (la nuova Piazza Colonna ce lo ha dimo– strato), e qurundo si compiono, le condizioni del traffico già sono mutate. V'è finalmente da considerare la spesa enorme che tali lavori importano per l'erario. L'illlgegnere Chiodi di Milruno, attento stu– dioso di problemi di urbanistica, è venuto nella conclusiOIIle che la 5ò.pesa complessiva di impianti e servizi pubblici che il Com.une fa. ,per ogini.nuovo cittaidilllo quando la cittadinanza cresoo per nascite o per immigrazione, è llliente meno che di lire quindicimila. Se dunque noi demoliamo un quartiere e lo rifabbrichiamo diversa– inente, spendiamo una somma eguale al numero degli abitanti che ilebbono sloggiare moltiplicato per quindicimila. Sperpero enorme, vèra distruzione di valori esistenti. Ancora c'è da considerare come negli sventramenti le aree nuove che .ne risultano al confronto delle demolite sono pochissime (perché le strade si fanno molto più larghe), e perciò riescono co– ,stosissime. Ne 0onsegue che lo sfruttamento di esse con altissimi BibliotecaGino Bianco

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