Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929

818 M. 1P.iacentini Roma presente, ed è tutto qua111toci rima/Ile della grande eredità di cui ootrarrnmo in possesso lllel 1870. Se ci siamo dissipati buona parte d~l patrimonio, non è una ragiollle p,er dissiparlo tutto. Al centro di Roma nolll bisog1I1apiù pensare. Dobbiamo dimen– tiearci che esiste. Leghiamo tra loro i quartieri più vicilili al cen– tro e che già ha.amo più vifai del vecchio nucleo (Via Vittorio Ve– neto, Piazza dell'Esedra, ecc.), incanaUamo qui tutto il traffico anulare, e semianulare, per il disimpeg1I10 dei quartieri perife– rici, e liberiamo la piccola vecchia città dai tramvai, dai fili elet– trici, dlalle vetrine e dalla pubblicità. Qui deve rimanere, tra il Campidoglio, H Quirinale, il Vaticamo e Montecitorio, la sede della direziOIIle politica e spirituale della Nazi-01I1e. A Piazza Venezia, col Monumento al Risorgirrnooto italiano oggi veramente compiuto, e col Pafa,zzo destirnato a sede del Capo del Governo, spetterà il c6mpito di piazza ufficiale d'Italia, so- . !enne e sig1I1ifi,c,ativa nel silernzio e 1I1ellaserenità che le saranno creati d'intorno. Essa sta esattame!Ilte nel centro dello splendore dti Roma. Da urna parte, attraverso il Corso Vittorio Emanuele, la· Roma medioevaile e del Rmascimernto-; di fronte, per il Corso Um- 1,erto, la Roma seicerntesca ed ottocentesca; dall'altra parte, per Via Nazionale, la Roma. moderna; dietro, di là dal Monumentor il Campidoglio e la Roma aJntica. Come ha accennato sapiente– moote Anto1I1ioMaraillli in Ulll suo scritto sull'Italia Letteraria, :pel monumento a Vittorio Emanuele si sarebbe dovuto alzare un -~rande arco dti trionfo che fosse stato, per eosì dire, la grande porta della.zona delle antichità. Piazza Venezia è il cuore storioo e politico della Città, e non possiamo rullonta1I1arceneper le grandi cerimonie e per le solenni adumamze. Anche Napoleone, che pure trasformò tutta Parigi, mantenne alla Tuilieries la sede del Go– vemo imperfale, fuori del quale poteva quasi perdere il ,suo presti– gio. Perooo l'America ci ha dato l'esempio di allolllianar la vita, politica dal turbine della vita cittadina; essa ha portato 0,ddirit– tura fuori di Nuova York, a Washmgtolll, città tranquilla e appar– tata, appositameinte costruit·a, la sede del Go:verno. Altrove, nei 1I1uovi e spaziosi quartieri, i!Il pieno sole, potremo~ ~mzi dovremo e presto, inrnalzare i grandi edifici che rimarranno testimoni dell'era fascista. Al Castro Pretorio, dove sono liberi e pron~i più di 150.000 metri quadr3Jti di ottima area, al posto della · Stazione che dovrà essere arretrata, sulla gramde via che co1I1giU1I1- gerà queste zone con l'Esed!ra, con Via Vittorio Veneto co1I1 Piazza del Popolo (via risultante d•al concatenamento di tro~chi già esi– stooti e dalle creazioni di altri e che dovrà per gra!Ilde parte svol– gersi attraverso zolllegià diisposte a giardini), su tutta questa gmn– diosa e trionfale arteria che distmguerà nettamente la Roma vec– chia e l'antica da quena d'oggi e da quella futura e che dediche- BibliotecaGino Bianco

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