Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929
300 E. A.llodoli oltre che militare, morale, volle in ogni maniera ritornare indietro, appena allentata la stretta ugonotta dalla città di Parigi, ben « conoscendo che ancora non erano disposti. gli animi a ricevere quella forma che alle cose del Re Cattolico conferiva. >>Nel gorgo delle passioni che insanguinano le generazioni, d/1,i!Padri ai figli, durante trenta anni, Alessandro Farnese pare il genio della riser– vatezza cosciente, l'osservatore sereno delle alterazioni e dei disor– dini umruni. Questo dramma di Francia rivive si pieno 111ella prosa del nostro Davila che 111é il macchinoso De Thou né la satira Menip– pea ce ne dàrnno un ritratto ugualmente, e vivace e preciso. Davila, soldato francese e animo italiruno, in questo dramma decisivo dli Ullla terra e di un popolo, ha con giusta misura dipililti tutti i personaggi grandi e !Piccoli dell'età fortunosa, e non poteva non dare agli ita– liani il posto che in essa loro com!Pete. Al campo, in corte, servitori e amici e confidenti, messi, legati, oratori, corrieri e diplomatici tra l'Italia e la Francia, da Parigi e Lione a Venezia e a Roma: sono :fiorentini, senesi, romani, vene– ziani, gente ardita, sicura, di buona razza, energica umanità. Alla corte e al campo stanno come in casa propria; e gli altri, anche se insospettiti o ingelositi, son costretti ad ammirare, o almeno· a guardare; sono italiane non solo le armi e la diplomazia, ma per– fino le mense, e un erudito settecentesco, raccoglitore di particolari futili, ha detto in !PrO!Posito : « al tempo di Caterina· de' Medici am.darono, dai focolari e dalle credenze d'Haliia, i nostri professori · à insegnare [alla Francia] l'arte del lauto e fino mangiare, e colà i nostri cuochi recarono la tattica della tavola, mentre i nostri ca– pitani le recarono quella del campo.>> Questi it~liani di Caterina vanno a morire lontano, come Fi– lippo Strozzi junior) valoroso e gagliardo come il padre e lo zio. e che, nella disperata impresa del Portogallo, muore per Francia come già il padre e lo zio. Si dànno 1llil grrun da fare gli astuti e :finissimi abati Del Bene e Giovann~ Battista Guadagni, anche loro :fiorentini, mentre un altro :fiorentino, il Geronimi, si fa ammazzare !Per salvare la vita al duca di E!Pernon, resistendo lui solo accani– tamente ad una grossa mano di congiurati che vogliono uccidere l'odiato favorito di Enrico terzo. · Un romano, il Capizucchi, a nuoto, restando sott'acqua molto tempo, taglia i ponti agli Ugonotti : e Paolo Sforza e Pietro Paolo Tosinghi e Scipione Piccolomini che era stato luogotenente di Otto da M~ntauto (rivive la scuola del maraviglioso signor Giovanni) appar1scooo qua e là, emergoillo sempre dove c'è il pericolo O la. situazione difficile: facce disegnate in breve ma bene. A Montcon– t~ur, il Picc~lo1:1ini c~de eroicamente, in quella zuffa sanguinosa, d1 dove ventisei brun,diere ugoillotte, prese -dagl'italiani amdarono a ornare il trionfo ordlinato dialla Chiesa in San Giovan1I1iLaterano. Biblioteca Gino Bianco ',
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