Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929

294 .E. .Allodoli per Venezia ha sipeso il tempo migliore : lo serve volentieri, perch~ gode ad essere in patria, do[Po essere stato per tanto tempo fuori d'Italia, ed è un uomo vegeto nei suoi cinquantacinque anni, a cui i disagi e i viaggi non dànno noia. In quel giorno di maggio, è bello per lui, che ha ora tutte_ le sue cose care intorno, ripetere il simulacro di una vita randagia, che era stato il .sogno del1a sua es1stenza, 00111 le ,sue soste, le sue partenze, mentre lo stanzone cupo dell'osteria si illumina di un sole italiano benigno. Fra tavola e tavola molleggia una bella e grassa ostessa; quella dalle cui mani escono p0i le [Pizzicanti cora– telle e le saporite polpette, i cervelli e le zU[Ppette con prugnoli e tartufi, i capponi «coperti)) con cardi e sedani, i cordeschi in istufa .... Per quei viaggiatori di una qualche im1portanza, l'ostessa va a tirar fuori butirri fini e grassi formaggi, carni di castrato bianche, tenere e fragranti, e di~vitella impinguita con fieno odo– roso e latte dolce della deliziosa terra veneta. Ci son già in fila fiaschetti di buon vino paesano, [Piccante e fumoso, spillati da quei bariletti addossati là, nel fondo, sotto la scala di legno che porta al soppalco .... Il gentiluomo ha fretta; avanti di mettersi a tavola, dà ordini per la pross:uma partenza. Vengono portatori e carrettieri dinoc– colati, rustici, sfatiC'ati, villani, di quelli che rogati) tument. II go– vernatore di Crema 00111 dolcezza cerea di amma111,sire quelle bestie, faoendo loro intendere oome dietro a lui c'è il Leon di San Marco. Uno di essi, che per la sua malvagia natura dicono « il Turco)>, comincia a ghignare, a ridere, a minacciare, ma il gentiluomo gl'ingiunge di obbedire. E si mette a mensa. Poco- dopo il Turco con altri disutili, e armato, ritorna rumorosamente, e per attaccar briga urla all'oste che gli si serva da mangiare . .Subbuglio, fragore: grida. Scoppi e fumo di archibugio : il povero gentiluomo, colpito in pieno, cade niorto, vilmente assassinato, tra le braccia della moglie e dei figlioJi. Un [Prete, ad una tavola accanto, cade anche lui; e qualche altro commensale rimane ferito. Il Turco spavaldo esce tra il terrore di tutti, poi ritorna. Perché ? Per infierire sul morto, o per vedere se era morto davvero e dargli l'ultimo colpo? Rientrando sogghigna a quel dolore di vedova e di figli ; ma uno di questi, il maggiore, afferrata una ~[Pada, scanna il bestiale, con la furia vendicatrice con cui Otello aveva una volta .in Aleppo .trafitto un Turco vero, uccisore di un veneziano e insultatore deUa Re– pribblioa. Il giorno dopo, gli altri complici sono imprigio111ati e im– piccati. Al gentiluomo si fa111no grandi e pietosi fU111eralie il Senato veneto elargisce un'aillllua pensione alla vedova e ai' figlioli del morto, che so1110 nove. , I cadaveri del Turco e dei compagni giustiziati starnno a lu111go sospesi alle forche di Soo Michele, aJl'entrata del borgo, sotto il / BibliotecaGino Bianco

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