Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929

292 A.. Galletti - L'Epistolario di un poeta verso una vita più alta che fermentava negli stessi nostri difetti di popolo asservito e guasto dalla servitù. Anche l'arte e la bellezza hrunno la loro parte in quel libro. Il classicismo che vi si ammira, pende un po' troppo nel rococò, e la bellezza, anche se si atteggia classicamente presso le ruine dli un tempio antiGo o lu111go le spiagge armoniose che l'Eneide ha celebrate, è quasi s-empre velata di ma– linc0111ia come u111a -Malvi!llaossirunica; tuttavia la, Stael ha tentato di coll}prendere e di rappresentare con obiettività anche ·q~esto aspetto della nostra vita spirituale, e di tale suo studio coscioozioso il merito appartiene principalmente al -Monti. La simpatia per il poeta guidò la Stael a comproodere l'arte che gli era cara, poiché in lei la stessa i!lltelligenza critica era stimolata e illuminata dal– l'amore. L'intelligenza della Stael giungeva sin dove giungeva il suo cuore: e questo era grande. Per me non v'è dubbio che dei tre in– terlocutori i .quali si trovarono a Milano sul principio del 1805 a discutere di poesia, il cuore più «virile>> .(ammesso che «virile» significhi runche «generoso»), era quello dell'irrequieta, ardente, er-. rabonda agitatrice di idee che i suoi amici, dal nome de.Ila prota– gonista del 1suo,celebre romrunzo, chiamav3tno Corinna. Il Monti, dopo ~l 1815, disgustato di sé e del verso canoro che aveva dovuto lodare a!llch~ gli Austriaci, farà penitenza dei suoi peccati negli studi li!llguistici e darà sfogo alla bile letteraria polemizzrundo colla Crusca; lo ,Schlegel, immemore dei giovanili entusiasmi lirici, vivrà ancora trent'a!llni, erudito professore di filologia sanscrita in U1I1a . u111iversitàprussiana, all'ombra delle idee della ,Samta Alleanza; · ma la Stael rimase si!lloall'-ultimo giovrunilmente fedele a tutto ciò che •~veva sempre amato e difeso. Caduto Napoleone, il suo prepo– tente nemico e persecutore implacabile, essa dirà al Governo inetto dei restaùrati -Borboni: « NO!llper questo si è lottato, ed io ndn voglio servirvi.>> Tomata in Italia nell'inverno del 1815-16, udiva , intomo a sé ingiuriare il Corso da molti che un tempo lo avevano vilmente adulato, e osservava : « C'~st par trop rwbaisser la Fra!llce et l'Europe que de prétendre qu'elles aient obéi quinze ans à un poltron >>;e diceva con affetto i111telligente agli Italiani, che gli antichi padro111i ricondlucevruno a colpi di frusta verso le note stalle e l'antièa quiete servile: « La, vostra vita era più dignitosa quando _ eravate travolti verso U1I1 ignoto avvenire nel turbi!lle della guerra sooza tregua. » Rivide essa allora im 1Milanoil -Monti amareggiato e cl.isilluso? E che parole di conforto trovò la donna, che doveva morire di li a,d un anno 3:bbat!uta dalla_paralisi, per l'amico poeta, destinato a più lunga e più triste vecchiezza? Forse lo sapremo dai prossimi desi- derati volumi di questo ricco Epistolario. · ALFREDO GALLETTI. BibliotecaGino Bianco

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