Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929

L' Epistolario di un poeta 289 già possed!eva, tanto in confronto del poeta itali81D.o che della scrit– trice francese, Ulllasuperiorità, di cui il Lessing aveva dato pel primo l'esempio e do1I1de venne poi gr81D.de autorità ai critici tedeschi : Ullla. · vasta e ricca cultura storica e la C01IJ.oscenza diretta delle principali letterature antiche e moderne e dei maggiori poeti. A trentotto anllli, quamti ne aveva nel 1805, egli poteva sembrare il più agile e sottile «virtuoso» della critica e della poesia che possedesse allora la Ger– mania. Traduttore di Dante (aveva pubblicato sin dal 1791 saggi vari di versioni dalla Commedia con una dissertazione su tutto il poema), dello Shakespeare, del Oalderon, di un Florilegio di poesie italiane e spagnuole, in cùi accolse liriche, oltre che di Dante e del Petrarca, anche del Boccaccio, del Tasso, del Guarillli, emulo edlimi– tatore (ma gli mancava il meglio) dell'Ifigenia in Tauride del Goethe lllella Ione, tragedia di forma e di argomento greco, che fece rappre– sentare 111el 1802, esperto e levigato architettore di metri e di rìtmi, eg1ì aveva già fatto molto per dare alla cultura tedesca quel carattere di umanesimo enciclopedico, di eclettismo proteiforme, che essa do– veva conservare durante tutto .il secolo decimonolllo. Ma nO\Ildi qui gli venne la farria, bensì dall'aver chiarificato e in certa misura sistemato nelle sue Letture sulla Bella letteratura _e l'Arte (Ber– lilllo, 1802-3) e sulla Poesia drammatica (Vienllla, 1808) le idee estetiche del fratello Federico. Da quelle idee egli trasse Ulllcom– plesso di prilllcipi teorici arditamente origilllali, dei quali come cri– tico letterario fece poi pessime applicazioni. ,Ma quei principi, divenuti stendardo ,della scuola romantica illl tutta Europa, otten– nero grandi vittorie. La sua pensata veramente geniale fu di aver indJcato nella semplicità, 111ell'ordine,1I1ellagrazia, 111ella potenza espressiva i caratteri propri del naturalismo classico antico, che la caduta della civiltà pagana aveva distrutto per sempre, e di aver , lodato l'oscurità, l'incoerenza, lo sforzo; l'arte che accenna e non esprime, il tormento della visione che non riesce a realizzarsi, come caratteri del nuovo spiritualismo e illldizi dlell'illlteriore complessità. ' « Lo spirito classico, - ha scritto, - è semplice, chiaro e, nella sua pienezza espressiva, simile alla Natura; quello romantico nella sua apparenza, frammentaria è più vicino al segreto dell'Universo. Poiché il concetto non può che definire ciascuna cosa in sé stessa, mentre in realtà nessuna cosa è mai isolata e il sentimento percepisce tutto in tutto.» . Forse, mentre ascoltava le botte e le risposte dèlla Stael e del 'M0111ti che essi certo sottolineav8/D.o con Ullla esuberanza di gesti meridionale, lo Schlegel soFrideva dentro di sé e li commiserava . .« Ohe cos'è la poesia per questo I tallano ? Arte e forma : è una. ':finziOOJ.e rettorica animata dal ritmo', presso a poco come l'ha. defilllita Dante nel De Vulgari Flloquentia. E per questa Francese? Un'eloquenza appassionata e irrorata di lacrime. Le effusioni pa- 10. - Pi-guo.

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