Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929

288 A. Galletti vogliono disgiulllgere il loro sentimento dalle loro idee; e veramoote in tutte le sue avventure intellettuali la Stael fu incitata dalla passione e guidata dall'amore. Caso abbastanza comune _nene_ i11;tel– ligenze femminili, si dirà. Certo; ma non comune, anzi rar1ss1mo è il bisogmo, in lei così forte, di fo1I1dare il sentimento sud~ una la~ga ed organica visione della vita e di collocarlo nel centro d1 un ordme di idee filosofiche e religiose. Cosi preparata dalla natura e dall'educazione, 1I1el 1804, per sot– trarsi all'ostilità di Napoleone, essa aveva percorso ullla prima volta la Germania e scoperto in quella Illazione, - ove il Rousseau era Dio e dove l'entusiasmo, l'idealismo, il culto della genialità indipen– dente eran quasi parte della religione comullle, - la patria ideale del suo pensiero. Iena, Weimar, Dresda, Berlino, l'avevano vista pai:;– sare, impaziente, ardent~, eloquente, con quel suo piglio impetunso ed energico, con quel suo volto un po' virile, circo1I1dato da folte ciocche di capelli nerissimi, illumi[lato da due occhi magini:fici d'in– telligenza e di ardore, coi suoi gesti imperiosi, la sua voce so1I1ora 1 la sua eloquenza volubile, tutta intesa alla scoperta dei poeti, dei :filosofi, dei mistici tedeschi. E quella sua impetuosità cordiale, che rovesciava sull'interlocutore una grand 'i.ne di domande e quella esuberanza faconda, che spesso preveniv a le risposte, avevano tur– bato la serenità del Goethe, spaventato lo Schiller, irritato il Fichtè e lasciato rn molti il sospetto che essa fosse venuta in Germainia no111 a studiare e ad approodere, ma a cercarvi ,quasi un nuovo specchio in cui vagheggiare la propria genialità. Ma nella Stael il moto del– l'intelligenza era ra,pido e la memoria delle idee tenace, e qua.in.do nel 1813 essa poté, fìlllalmente, pUlbblicare quel libro su l' .All emagne., che era già compiuto lllel 1810, la lucidità, la coerenza, l'esattezza con che i vari aspetti dello spirito tedesco vi so1I10 esaminati, l'orga.– lllicità della visione e la giustezza dei giudizi fecero dire al Goethe che la Germania in quella immrugillleconobbe e comprese megUo sé stessa. Ora, - cioè nel_ 1805, - la Stael veniva tra llloi per meglio conoscerci, e nell'Italia napoleonica devota al neoclassicismo sem– brava riapparire collllei il settecento :filosoficoe ottimista, avido di idee astratte e di teorie, poco poeta, poco artista e sensualmente seintimootale. ' . Terzo interlocuto~e in. quei c<; >llo qui,nei quali al Molllti pareva. d1 aver combattuto v1ttor10samei:r ;i.te pe r la poesia italiana era UID.o tra i _maggiori sacerdoti della nuo va c ritica tedesca,. quelÌ' Augusto Guglielmo .Schlegel che la baronessa di Stael conosciutolo l'anno avanti in Berlino, aveva ,scelto a consigliere letterario e a precettore dei suoi figli. Il dotto corifeo del romanticismo d:i. cui lo Heine ci ha lasciato lllel suo libro sulla Germania una c~si mordace caric•a– tura, non era ancora divenuto celebre in Europa per quelle sue Let– ture sulla poesia dramrnatica 1 che fu~ono pubblicate nel 1808-11, ma. BibliotecaGino Bianco

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