Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929
L' Epistolario di U'll, ·poeta 287 società, 1110n ha altro dovere che di scrivere. bei versi, i quali soli valgono ed hanno potenza di vivere oltre tutte le c0111tingenze;poi– ché, come diranno' più tardi Teofilo Gautier e il Carducci:. Muor Giove, e l'inno del poeta resta. Ma che importava, in fondo in fondo, dei bei versi a Germaina baronessa di Stael? Assai poco. Nel suo pensiero l'entusiasmo pa– tetico è ìa vera fonte di ogni poesia, ogni pagina è un'effusione del cupre, e i nostri scritti dovrebbero essere, sia pure in forma imper– sonale, le memorie della 111ostravita interiore. « Quando si scrive per appagare l'intima aspirazione dell'anima, ciò che noi scriviamo rivela, spesso inv:olontariamente, sin lei più tenui sfumature del nostro modo di essere e di pensare.» L'origine ginevrina e l'educazio111efilosofica avevano rafforzato in lei le incli111azioni111aturalidi un temperamento espansivo e otti– mista, che nelle fol'lme aristocratiche della vita infondeva U111'esu– bera111zapopolana, e le avevan dato una fiducia incrollabile nella giustezza delle proprie i111tuizio111i e nell'infallibilità del suo senso i!Ilteriore. Cosi il settecento ideologo e « rischiaratore >>di tenebre intellettuali aveva trovato nello spirito della giovinetta precoce un ter:reno ben preparato a radicarvi la sua fede nella bontà dell'uomo e nell'eccellenza della ragione umana. La lettura assidua del Rous– seau, scrittore a lei carissimo, le aveva mostrato la forza dell'elo– quenza appassionata e dato la per,suasione che il sentimento è la molla profonda che muove l'uomo e il segno della sua origine divina. I colloqui e le discussioni che aveva avuto sin dall'adolescenza coi molti uomini d'ingegno che frequootavano la casa dli suo padre, - il famoso banchiere ed uomo politico Giovoorni Necker, - l'avevano addestrata al giuoco della pronta associazione e dissociazione delle idee, al metodo delle deduzioni rapide e precise, alla brillante scher– maglia degli aforismi e degli epigrammi. Avrebbero ,potuto definirla, sin dalla prima giovinezza, un'« ideologa sentimentale)), ed il sen– timen~o dominava tutta la sua vita e animava ogni espressione della sua vivida e magnific!l, intelligenza. Perciò ilil fatto di letteratura ammirava sopra tutte le altre « quelle opere melwnconiche e appas– si-0111ate, nelle quali si espande l'oonipotenza del cuore e che fanno risuonare U111a voce consolatrice nel deserto della vita>>. Nei suoi viaggi di esplorazione, che furono così fecondi di scoperte, attraverso la cultura e la poesia dell'Europa c0111temporaneala Stael non cercò la bellezza, ma il pensiero; cercò l'arte di pensare originalmente e di dare alle idee un'espressiOIIle patetica. Di lei si può ripetere ciò che fu detto di certi scrittori tedeschi, che cioè !Ilon possono e non
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