Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929
L' Rpistolario di un poeta 285 strofe. E ,se domami ' il Padro1I1e' e il Vittorioso, fatto cieco dalla sua stessa potenza, cadesse, essa verrà forse in potere del Borbone podagroso che ora vivacchia ilil suolo strruniero e tornerà seguìto dalle cornacchie ,schiamazzrunti dell'emigrazione, dalla nobilea stu- , pida e cocciuta, cui l'esilio e la sventura nulla hrunno insegnato, per commettere nuove sciocchezze e preparare m1ove ruine. Ma che colpa ho io della stupidità e dell'imbecillità umane ? E se gli uomillli, sordii. ai buoni consigli, si ostinruno a minare la propria casa o a scavare colle loro mami la fossa che dovrà illlghiottirli, deve U1I1 uomo savio come sono io, deve un artjsta d'ingegno e scrittore dì versi magnifici quale è, - mi assicurano, - il cavalier Vincenzo Monti mio commensale, lasciarsi cader giù nel pozzo fangoso della stoltezza comullle ? .AJilzi,porrà in tempo il piede belil fermo sulla spiaggia e lascierà che la nave dei pazzi balli a sua posta sulla cresta delle onde r uggenti e vada da ultimo a sfasciarsi contro gli scogli. Questo ' ID.on t oglie che la sera sia splendida, Bologna una città ospitale, e che il lum e di luilla e la fragranza dei fiori mi versino nel cuore una dolce malilllconia. Valletto, mesci del vino! e affidiamo alla pace notturna i versi del poeta che Voltaire chiamava 'l'abate Virgilio'.» Se il signor di Talleyrrund-Pèrigord avesse fatto quella sera tali o poco diverse riflessioni, non si potrebbe dire che egli, 0ome diplo– matico e come Talleyrand che era, non avesse qualche buo1I1ara– gione. Tuttavia, non so perché, ripensando a ,quel suo intooerimento poetico è ricordrundo la sovrana «maestria>> C·Oill cui quell'uomo uscì più potente dal 1I1aufragio di quattro regimi e trovò modo, ogni vo,ta, di impinguarsi sparagnrundo sulla cera dei fUIIlerali, mi tor– nano alla memoria le parole che Giulietta la grisette diceva ad Enrico Hei1I1e,mentre il poeta contemplava i grandi astri lllotturni fulgenti sul niveo candore dei Pirenei: « Le stelle che a Parigi si specchiano nel rigagnolo di M01I1tmartre sono molto più belle.» V. Molte altre « 1I1ote >> si potrebbero raccogliere in questo Episto– lar1,o, importanti alla storia letteraria, alla storia del costume, alla coooscenza degli uomini in quegli anni, ·nei ,quali la imprevedibile violenza dei casi ha messo cosi spietatamente a nudo il fondo se– greto della natura umana; ma occorrerebbe Ulll lungo discorso. Starò co1I1tentoa poche osservazioni intorno alla corrispoilldooza del Monti colla signora di Stael. Molti hanno già preso a ,discorrerne, ma resta un margillle libero per qualche nuovo commento 1 ). , 1) Ofr, M. FoREsI, L'amioizia passionale della Stael per V. Monti, in Nuova Antologia del l' dicembre 1925; L. RAVA, Madame de Stael e V. Monti, in Nuova An– tologia del 1° ottobre 1928 e la nota bibliografica premessa dal RAVA a questo ~ritto, p. 289. BibliotecaGino Bianco
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