Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929
284 .A. Galletti ,da U1ntremolare vao-o di luci· su in alto, nell'azzurro stellato, s'apriva il grande disco lUIIlar~ . .Sullo spirito dei tre viaggiatori, ristorati dai cibi e dai vini, aleggiavano l'incanto dell'ora e la beatitudine della dicrestione, ed ecco che il signor di Talleyrand, o 1· . ' ,commosso prende a declamare i versi del Delille sulla ma mcoma . Il pensie;o maligmo richiama i versi del Giusti nel Brindisi di G-irella: Quante cad,ute Si son vedute ! Chi perse il credito, Chi perse il fiato, Chi la collottola E chi lo .Stato. Ma capofitti Cascaron gli asini : Noi galantuomini Siam semvrè ritti. A!Ilche ricorre alla memoria il giudizio che del Talleyrand, ve– :scovo fedifrago di Autu!Il, diede lo Ohateaubriand : « del fango in una calza di seta.>> Ma se l'illustre liquidatore di tanti fallimenti p,olitici avesse allora presagito le nostre i!Ilgiuriose sentenze, avrebbe ~ -certo pensato, oppo!Ileindoal nostro disdegno la commiserazione del suo freddo sorriso: «Come è òuffa questa gente nella goffaggine del suo ipocrita idealismo ! Riconosco in loro gli allievi provinciali -e :filistei di Gian Giacomo Rousseau. Ei::si pretendono che la poesia sia serbata come un premio morale, non alla virtù che non hanno, ma a quell'idea enfatica e lacrimosa della loro virtù la quale è 11.atadalle frasi del Contratto sociale) si è riscalducciata alle tirate tribunizie dei parabolani~ della rivoluzione e scoppierà come una bolla di sapone al primo urto della necessità o della paura. Avrei voluto vederli alla prova degli avvenimenti questi censori! Ed è forse giusto che gli uomini d'ingegno, gli spiriti nati a dominare •dall'alto i tempi e gli eventi, si lascino travolgere dalla malignità o dalla frenesia del volgo? Io ho visto i giorni, scomparsi per :sempre, dell'antico regime, dell'antica squisitezza ed eleganza, ed ho molto gioito di quella _pace aristocratica, spe:nsierata e beata. Poi la marea della Rivoluzione ci investì d'improvviso e ci avvolse; ed io allora, come fa ogni uomo d'ingegno, volli essere di coloro che ,dirigono la nave sui :flutti minacciosi, non già che seguono riluttanti il capriccio della ciurma. Ma la ciurma prevalse e la Francia con un balzo improvviso 1 si gettò, come U!Iladonna isterica, fra le braccia -dei demagoghi frenetici e feroci. Quando ne fu stanca, li lasciò spazzar via da u!Ilbeocaio trascendentale, da un carnefice di genio, che ora la governa a suo ~wbitrio, si vanta ' di dormire oo-ni notte con lei', la inebbria ogni giorno ,di orgoglio colle suè -avv:nture di guerra e la conduce, di vittoria in vittoria, verso una sic1,1racata- BibliotecaGino Bianco
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