Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929
'278 A. Galletti che possa offendere il sovrano che fu per tanti anni il mio benefat– tore>>; ma la caintata fu scritta e non mamcò in e,ssa ull1apunta contro il caduto governo napoleonico 1 ). A questa pieghevolezza troppo ,servile dell'uomo fa contrasto la scrupolosa cosciooza dell' artefice. Al Monti, educatosi nel se– colo XVIII e fine traduttore del Voltaire, sarebbe parsa assai pre– tenziosa e ridicola l'ambizione comUJI1e a tamti romamtici e messa in ver;,i solenni da Vittor Hugo che fa del poeta il vero sacerdote e profeta dell'età moderna: Pourquoi donc faites-vous des pretres Quand vous eri avez :Parmi vous? chiedeva Vittorio Hugo nei M ages : il poeta, pensav,a invece il Monti, è un uomo di forte e pronta immagill1azione, che deve coll1oscerebene la propria arte e prima di reputarsi maestro ha l'obbligo di aippren– dere il mestiere colla pazienza e la tenacia di un buon tirocinante, - pittore, scrittore, orafo o verseggiatore che fosse, - del nostro QuaJttrocento. E al Mo111ti infatti converrebbe il giudizio che Gustavo, Flaubert dava di alcuni poeti francesi del Seicento: « Non eramo certo nomini di un genio ,straordinario, ma quale coscienza! Che assiduità di lavoro! Come si studiavano di trovare le espressioll1i più giuste ~i lo:ro pensieri!>> Dare al poosiero l'espressione più giusta, dare al ritmo lo slamcio ed il volo sicuro che alla potenza della parola aggiunge la malia della musica, fu pure norma e coscienza all'arte del M01nti. Qui egli si sentiva sigmore, e il d'.isinteressato raccogli– mento de ll'artis ta che co111templa il libero gioco della propria imma– ginazione e.ne rende con parola sicura le luci e le ombre, compensa e riscatta i n parte le debolezze morali e le rassegnate contraddizioni dell'uomo. La sua anima è spesse volte una campana che per l'altrui volontà suona a festa o a martello; ma il bronzo ne è puro, di getto e senza incrinaiture e il poeta stesso è poi CO'SÌ rapito all'incanto di quei suoni, che da ultimo vibra e camta per sé, immerso nel vasto gorgo sonoro che ha generato ed in cui tutto e sinceramoote si oblia. Il Monti è sempre serio oome artista, per quanto frivoli e superficiali posano essere i motivi della sua poesia. Si tratti di versi di occasione, latini o volgari,. di runacreontiche arcadiche o di visio111i bibliche; si trovi a discutere col Vannetti e col Bertola in– tomo all'arte poetica del Klopstock, o col Foscolo circa il miglior modo di rendere ifaliani i versi di Omero, egli rispetta la propria arte, la serve con animo devoto e da essa ricolllosce ogni sua nobiltà. 1) Dobbiamo il ricordo di questo aneddoto al MANZONI. Cfr. I Oolloqui del Man– zoni con Giuseppe Borri, per la prima volta pubblicati da El. FLORI, Bolog,na, 1929, 'PP- 70-71. · BibliotecaGino Bianco
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