Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929

264 M. Moretti legrafato due o tre amllliprima per la canzollle a Verdi, divenuta poi famosissima : « Salute e gloria pura italiaa1a sul tuo cammino. » Tuttavia io trovai inaudito che il compagno nolll recitasse D' An– illunzio a D' An1I1unzio. Allora quello tossicchia come per prepararsi ed oou1I1ciaf-mnza. complimenti la lirica scelta. - Sia, - confermò la signora. - Davanti San Guido. Ricordo benissimo. La prego però di risparmiarci l'ultima strofa. Non de– sideriamo l'ultima strofa. L'altro corrugò la frolllte come se rimproverasse, come se non approvasse tamta squisitezza di gusto, un orecchio così delicato. Ohe c'era lllell'ultima strofa? Ulll asin bigio che rosicchiava un cardo, nient'altro. La verità è che l'asin bigio rosicchiava un cardo ed anche la poesia del finale. E cosi fu che il povero diavolo attaccò senza esitare, come 111no scolaro di ginnasio, uilla poesia da antologia scolastica, di quelle che si stiracchiano tutto l'amlllo tra i banchi, di quelle poesie fltra– pazzone che so:ffrollloanche l'ingiuria della « versione ilil prosa», con grande soddisfazio1I1edell'autore: l· cipressi che a Bolgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar .... Non avevo ragione? Questo era l'abbici della poesia per un poeta come quello, costretto ad ascoltare il tamghero in silenzio p('r oompiacere 1a grande signora; la quale poi aveva dato l'ostracismo all'asin bigio per deferenza verso l'amico. E dire che i raga,zzi son coilltenti d'•arrivar,e in follldo per la simpati,a del ciuchino che s' in– fischia oomodamoote di tutto. e gli danno U1I1 buolll posto nella poe– sia quando 1 a « voltano ilil pTosa >> ! I cipressi che a Bolgheri alti e schietti.. .. Cioè: i cipressi corrono felici i1I1controal Carducci quando egli toma af suo paese, e gli ricordano le birichi1I1ate d'un tempo, gli consigliamo di restare, di non amdar ipiù via; ma il Carducci non ha tempo da perdere perché sa di greoo e di latino edl è ormai Hllla celebrità, un pezzo grosso. I cipressetti compiangOIIlO : no, è U!n poveromo. Pensi invece quamte belle oose si possono fare a Bolgheri se rinU1I1zia lla celebrità: i p,asseri, i rosignoli, l'ombra delle quer– cie, il sole, il mare, perfilllo il dio Pan, per:fi1I10 le nilllfe ! Le ninfe potrebbero ventilarlo coi veli! E poi c'è il cimitero. Nel cimitero è sepolta la illonna. Oh guarda, guarda, chi si ricorda più di no1I1na Lucia ? Come dolce nella sua bocca questa nostra povera e stra– pazzata lilllgua toscama che diventa pèste, lebbra lllei manzoniani! E le favole ? La signora Lucia sapeva un tempo le favole. Perché BibliotecaGino Bianco

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