Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929
380 F. MAURIAC, Dieu et Mammon .FnANço1s MAURIAC, Dieu et Mammon. - Éditions du Capitole, Paris, 1929. Fr. 20. Sono le «confessioni» di Mauriac. L'occasione di scriverle glie l'ha data André Gide. Questi, un poco punto che il colleg:i, ne~ suo ottimo Raoine, uscito l'anno scorso, l'avesse considerato un mqmeto, un tor– mentato gli ha risposto in una lettera aperta : non io sono un tormen– tato ; voi lo siete. Voi chiedete il permesso di essere cristiano senza dover bruciare i vostri libri. Voi volete vivere sul compromesso rassicurante -che permette di amar Dio senza perdere di vista Mammona. L'attacco, pur nel suo garbo, toccava a fondo. L'oscuro tormento ,che si riflette nell'arte dello scrittore di Destins, di Désert de l'amowr, di Thérèse Desqueyroux, di La chair et le sang; il turbamento affiorante nei delicati rapporti di sensazione e di ricordo, di presenza e di visione da cui nasce la realtà del suo mondo particolare; lo stesso temà di fondo dei suoi romanzi, - che è poi il vecchissimo tema cris,tiano della lotta, nell'uomo, fra Dio e le passioni, - erano, dal Gide, ricondotti scaltra– mente e sottilmente a quel punto d'origine: il cercato compromesso fra Uio e Mammona, i principi del credente e le fantasie dell'artista. Risponde Mauriac: « La mia inquietudine religiosa può forse con– fondersi con lo stato d'animo di chi, diviso fra Dio e Mammona, pretende di non sacrificare nulla né dei diritti dello scrittore né delle speranze del ,credente '! » Riprendendo una frase di Pascal, afferma di essere nato nella religione cattolica (Ramon Fernandez dice nella prefazione che è nato cattolico come è nato girondino) e questo, conclude, è il mio dramma. Altri, che pure ci son nati, a un certo momento evadono. Lui non lo può, né lo potrà mai. Ha provato fin da ragazzo a scuoterne \e .sbarre, ma inutilmente. Ha invidiato Psichari, Salomé, Péguy, altri, che .alla fede « sono arrivati», pei quali la fede è stata una scelta, un'accet– tazione. Poi l'ha amata per bravura, per sfida, per l'orgoglio di essere imbarcato sull'« antica prora» che gli pareva allontanarsi dalla terra degli uomini civili verso confuse tenebre. Nella pubertà essa l'ha tormen– tato con gli scrupoli, infiniti, che forse, - ma questo Mauriac non lo dice, - alimentava in lui qualche lontanissimo germe ugonotto assorbito in quelle Lande girondine dove è nato. Il modernismo gli ha dato nuove inquietudini, ma senza adesione raziocinante. La particolare educazione <lei religiosi, i Marianiti, presso i quali ha studiato, ha acuito la sua -sensibilità. Di questa è tutto fremente il primo lavoro che ha segnato il ,suo ingresso nella letteratura, Les mains jointes, ma già in esso il Barrès ,suopriva « une note folle de volupté ». ·Il risveglio del sangue complica il •suo tormento, precisa nei suoi termini la contraddizione che porta in sé. La natura prevale lentamente sulla grazia. Egli capisce che nessun com– promesso è possibile. Il Dio dei cristiani esige tutto, non lascia nessuna parte alla carne. Per liberarsi, si butta al lavoro letterario : vuole ren– dere sensibile il mostro che non riesce a vincere e che lo strazia dentro. Ma ecco che il conflitto rinasce nell'opera d'a-rte, fra il disinteresse -dell'a,rtista e il dovere dell'apostolo. I suoi libri portano l'etichetta cattolica e il lettore si scandalizza dell'acceso interesse col quale egli rappresenta le passioni. Ma, non ha ragione il lettore? Non avverte BibliotecaGino Bianco
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