Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929

M. SOLDATI, Salmace 373 -------------------------------- ficoltà ad aderire a quella forma di felice pienezza, « ove, inventando, l'attività si basta», che l'autore, in qualche commossa frase del suo discorso, ci lascia intendere d'avere almeno in parte conqui.--tata? Può darsi. Distacco dalla vita pur vivendo nella vita, « restare nel tempo, ma con animo eterno», anche l'antica saggezza di Mare' Aurelio, seb– bene più amara, ammoniva alcunché di simile, e non perciò abbiamo ancora imparato a digerire il difficile cibo. SIDRGIO SOLMI. MARIOSOLDATI, Salmaoe. - « La Libra», Novara, 1929. L. 10. Il libro del ,Soldati offre il destro a non poche considerazioni mo– ralistiche o comunque strettamente riflettenti il contenuto; e a queste si ,sono fermati vari critici, riconoscendo al giovane scrittore notevoli qualità tecniche, « di mestiere», ma negandogli in sostanza. la presenza di quel certo ineffabile senza di che non è possibile parlare di un'a,rte anche in piccola parte realizzata. Quale sia questo ineffabile non è stato ben detto : forse un dono di partecipazione umana, un giudizio, magari latente ma ,sicuro, sui propri personaggi, una sconfessione più o meno chiara dell'inferno nel quale si muovono. Perché i personaggi creati dal Soldati sono tutti adulteri o invertiti, prostitute o bancarottieri : e i loro casi sarebbero narrati dallo scrittore con una ostentata indifferenza morale, la quale troverebbe poi la sua origine nei manufatti corrotti e squisiti di Rue de Grenelle. Tutto ciò pare molto semplice e persuasivo: ed è peccato che un'at– tenta lettura del libro mostri che le cose vanno un poco. diversamente. E vanno così, tanto per intenderci : il libro consta di sei novelle, alcune del1e quali, le, prime e le più brevi, sono chiaramente fallite. Si tratta di bozzetti d'argomento freudiano-sessuale, lavorati a freddo, con una evidente rioerca dell'effetto (ma l'effetto manca) e con una modesta e niente affatto impressionante abilità. Niente parla qui di un Soldati «virtuoso», anèhe s,e teniamo conto della giovanissima età dell'autore: tutto ci parla invece di semplici esercitazioni su temi di maniera, presi a prestito dalla moda e da una moda che non si può dire sia particolar– mente francese; di es,ercitazioni eseguite certo in buona fede, ma non per questo meno inconsistenti. E fin qui, come si vede, non è per nulla necessario muovere al Soldati rilievi d'ordine moralistico, bastando lar– gamoo.te a scoprire il suo difetto poche semplici osservazioni di natura estetica. Ma il libro per fortuna continua: e le due lunghe novelle che lo concludono, Mio figlio e Fuga in Francia, meritano ben altro discorso. Qui l'indifferentismo del Soldati rivela una giustificazione che nei pre– cedenti racconti forse esisteva già latentemente ma non era riuscita a venire in luce; qui la sua freddezza opaca, la sua voluta ottusità hanno buon giuoco artisticamente (si può deplorarlo ma si deve riconoscerlo) nell'arginare e nel dare altro senso e altro sapore a una materia che diversamente trattata avrebbe reso un suono romanticamente stanco e conosciuto. E qui Soldati ha avuto ragione lui. L'ha avuta in modo raro in questi tempi, scrivendo due racconti che sono molto più e meglio che BibÌiotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy