Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929
360 P. RIVAL, La folle vie de la Reine Margot Eppure se il Rival ha acceso le tinte, non ~a commes~o un faLso, quando falso non sia quell'alone di luce peccammosa che s1 è formato intorno alla vita intima della regina di Navarra. Ma que~to è un pro– blema storico che il Rival non si è posto e non poteva porsi per non sciupare l'argomento deJ suo libro. Una « foll~ vie ~e !a re~ne Margot >> non si può concepire che come storia di amori; qumd1 egh passa oltre sui fatti che frastornino l'ansia impaziente del lettore, preso nel vor– tice delle avventure galanti di Margherita. Talora è anche necessità di non alterare la fisonomia conferita a un personaggio e non rompere il contrasto che dà efficacia al racconto. Enrico di Navarra, lo sposo, sordido brutto imposto all'avvenente e raffinata figlia di Caterina de' Medici ( « lo~gue tete de bouc qui commence à peine à beler.. .. tou- . jours suant, jamais lavé ni pa.rfumé, fétide ») deve con~ervare il suo stile di marito odioso e intrattabile, pel quale Margherita sente una ripugnanza istintiva. Che essi possano aver avuto qualche periodo breve o lungo di dime– stichezza, non diciamo intimità, turba la linea; e allora conviene tirar di lungo o seguire la pesta più sospetta. Perché non credere, per esem– pio, alla stessa Margherita quando ci parla, con un ,senso di gioiosa soddisfazione, del soggiorno di Nérac, dove ella ritrova, accanto .al marito, la pace, in mezzo al lusso, alle eleganze, alle feste, ai balli, che le ricordano i giorni felici della Corte parigina ? ,(( Félicité, qui me dura l'espace de quatre ou cinq ans que je fus en Gascogne avec le roy, mon mary ... ; nostre cour estoit si belle et si plaisante que nous n'en– vions point celle de France. » No, questo idillio domestico è troppo comune, troppo ordinario per la vita folle d'una « reine Margot ». Ci vuole almeno un amante; e l'amante, dicono i maligni, è il visconte di Turenne. Storicamente non è provato, anzi sembra sia da escludere; ma, d'altro canto, è cosi in tono una Margherita detestata dagli ugo– notti, beffata dal marito, minacciata dagli ufficiali di lui, in tresca col cancelliere Pibrac, ma già stanca di questo e vagheggiante nell'estate dei ,suoi ventisei anni il piacere di « un joli garçon un peu plus jeune qu'elle. » Pibrac è allontanato con una missione a Parigi. « Pibrac dut s'incliner, laisser Turenne dans son lit.» Cosi del secondo riavvicinamento al marito dopo la non lunga pa– rentesi di distacco. Margherita era tornata a :Parigi sola e del suo al– loggio nel quartiere « la Culture Sainte-Catherine » aveva fatto dicono d . . s ' ' ' una mezza ?asa 1 piacere. , degno del fratello Enrico terzo per la con- dotta _abommevo~edella sorella, che fo costr,etta a tornare in Guascogna, sotto 11tetto comugale. Ohe « pruderie » per un Enrico terzo ! La ragione certamente ·è un'altra. Il re di Francia voleva che la sorella non tornasse sola, ma ,si tirasse dietro suo marito. Ragione politica e non scrupolo di coscienza onesta. Ma questa versione avrebbe guastato la scena del ritorno di Mar~herita: l'odiata ~< tete de bouc » adirata, accoglienza ~urr~scosa, _lagr1me. « Elle pleura1t sur son abandon, sur tous ceux qui 1 avaient laISsée, sa mère, ses frères, ses amants · elle pleurait sur le temps. de _misères qu'.elle. commençait à entrevoir ~ » Aria di tragedia; ma chi spiega allora il mistero della lettera di Margher,ita alla madre 't « Yollet (il latore della lettera) vous <lira l'honneur et bon chère que Bibliotec~ Gino Bianco
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