Pègaso - anno I - n. 9 - settembre 1929

350 G. Prezzolini preparazione e ha in questa una tale quantità di possibilità e di scelte (scelta di ludgo di sfondo luci naturali e artificiali, posiziòni, mezzi di ' ' . h" riproduzione carte di vario colore e di varia grana, ritoc() 1, ecc.) che non vi è dubbio che essa sia una vera e propria arte. Ora,mai il tempo della istantanea (che pur essa era una scelta) è passato. Oggi la foto– grafia tende a suggerire emozioni, o, a far godere armonie di masse. Si preparano gli oggetti, le ombre, i contorni. Essa ha risentito, poi, com'era naturale, l'influenza della cin·ematografia, e ha capito, per quanto poteva, i vantaggi della « mise en scène ». Fra le più curiose fotografie che vidi a una mostra internazionale c'era una scalea coperta di nev,e, sulla quale si v-edevano le tracce di due zoccoli di bimbo, null'altro che neve, con quelle tracce; e un'altra che osservai era la semplice illus,tra.zione d'una schiera di soldati di legno, con le loro ombre, sopra un tavolino. Ecco dei « soggetti >( che per un fotografo di trenta anni fa non avrebbero avuto nessun interesse; ma oggi anche una serie di prismi di vetro, -con i loro giochi di luce, interessa il foto– grafo in quanto artista. La tendenza del mezzo meccanico a rendersi autonomo è ancora più antica; la si riscontra già nella prima delle scoperte meccaniche che hanno permesso la riproduzione delle arti, cioè la tipografia. L'intento ' di questa consiste nel « riprodurre>> più presto, e meno caro, che si possa, un'opera letteraria; ma appena creato questo mezzo, esso ha subito affermato la propria capacità ad assumere una forma artistica per sé, indipendente dal contenuto che doveva pr,esentare agli uomini; e se talora questa forma artistica è stata appiccicata (fregi ecc.) molto spesso si è affermata in sé, come armonia di masse, distribuzione di spazi e delle righe, altezza di capoversi, frontespizio, ecc. Il libro non è soltanto il portatore d'una bellezza, ma è diventato esso stesso un oggetto di bellezza. L'evoluzione del cinematografo è troppo breve, ancora, per poter trarne le medesime osservazioni ; e pure è evidente che prima di incon– trare la svolta del cinema parlato, o almeno sonoro, che sembra riav– viarlo verso l'attrazione magnetica del verismo, la sua strada pareva piuttosto allontanarsi dalla trita riproduzione del vero, e le maggiori opere di cui andasse orgoglioso erano opere di fantasia. Alla « realiz– zazione >>dei drammi e dei romanzi letterari, si andava sostituendo la creazione cinematografica, lo scena-rio, concepito pensato scritto appo- . ' ' sta per quella specie particolare di illusione artistica che è il cinema. L'originalità di Chaplin comincia appunto con la sua invenzione di scene non già cinematografabili, m.a in se stesse cvnematografi-che. Ho voluto mostrare come i casi sui quali si estendono gli innamo– rati del grammofono, non sono poi speciali a questa forma di riprodu:. zione meccanica delle arti, ma un po' a tutte. E se sono persuaso di quanto di vero contengono le loro osservazioni sulla originalità del timbro del grammofono, e sul suo vittorioso avvenire non posso tutt~ via trattenermi da certe riserve. ' Non dimentichiamoci che, alla fin fine, sono ,sempre macchine; e perfezionate o no che siano, nel senso verista o deformatore macchine sono e macchine resteranno,. 'Gli entusiasmi che sento nascer~ per _qual- BibliotecaGino Bianco

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