Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929

I gatti 177 maligni; e salti, tuffi, gemiti, ululati llllilghi e angosciosi che sem– bravano proprio voci umane.... oppure rapidi schianti di gioia ferilila. «Figli. di cani)), diceva il vecchio, e si rivoltava nel letto non potendo prender so111no. « Ma questi noo sono gatti, sono grossi oome capretti o vitelli)), e al crescer dei rumori stava per alzarsi e andare a vedere se proprio potessero esser i gatti a fare quell'in– fer1110,quando senti calar giù dalle :finestre della villa e dondolarsi nell'aria un rumore tutto diverso di suoni e di voci: voci chiare, armoniose oppure sommessamente ridenti, di donne alla :finestra, appena ililtramezzate da qualche voce più forte, di uomini; e tutti pareva che si d)ivertissero allo spettacolo dei gatti. « Ma son pazzi ? che famno a quest'ora?>> Il pensiero delle donne in quel luògo, a quell'ora, lo sconvolse,· gli portò come un'ondata nuova di pensieri. Vedeva quell'altra, lontruna .... e il ricordo della «disgrazia)), della sua disgrazia, gli riv,eniva a galla proprio ilil quella notte. Eh, a che cosa pensava adesso, dopo tanti anni ! Eppure, sì, era vero che aveva anche lei, nei primi tempi che l'aveva sposata, una voce buona, dolce, che avr,ebbe incan,tato per:fi.1110 un sasso .... e la vedeva anche ilil quella posizione sommessa, seduta ilil casa, il capo chino sul lavoro, oon quel petto bianco e docile che sotto la camicetta traspariva; ma subito, come uino strappo, ricordava il resto, e gli urli dei gatti lo rimettevano in carreggiata verso quella che era stata la realtà .... Dopo u111 anno e mezzo la moglie era scappata, coo un altro. << Ac– cidenti ai gatti, niente pensieri, dormire, via! )) Delle donne, dopo quella disgrazia che l'aveva lasciato solo al mo111do, aveva Ullla certa diffidenza, quasi come dei gatti. Tenerle lontano' più che fosse possibile: questa era la regola. Ma gli era rimasta ànche una certa curiosità buffa, fatta tra di malizia e dl'ingoouità, e che era forse alimentata da quel ricordo e da Ullla. specie di timore. Le guardava adesso, da lonta1110, quando arrivava la sera e gli ca– pitava d'incontrarle, cameriste e siglilore. Di cameriere oe 111e do– vevano ,essere un battaglione : quattro o cinque, 1110n le aveva CO!Il– tate bene. Tutte giovani, che camminavano 111eiviali, con quei grembiulini svolazzanti e le camicette attillate sul petto, alte, di– ritte, superbe come regilile. << Regine 1110n saranno)), dioeva il vec– chio, e una sera gli venne bene di abbordarne uina. - Ma di che parte sono i vostri padroni? - domandò. - Son di lontano .... della Damimarca - rispose lei. - Ah, danimarchesi - fece il vecchio, come di uin paese che sapeva. - Marchesi o no - rispose quella ridendo - non importa. L'importrunte è che .... - e fece un gesto con le due prime dita della 12. - PégMO.

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