Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929

Antonio Ranieri e i Toscani 171 tizie sui tentativi di introduzi0111e dei gesuiti, e divertente per il curioso equivoco preso dal vice-console austriaco 1 ) : .... Le voci che corrono sono queste: che chiedete voi e che chiedono l' Amari e il Uantù : ed è certo che si propone una specie di concorso_ I concorrenti dovranno fare un programma, delle lezioni, un discorso sulla filosofia della storia, e che so io: quel giudicato migliore avrà in premio cento zecchini e la cattedra. L'opinione pubblica che vorrebbe e voi e l' Amari è pronunciatissima contro il Cantù perché è un gesuita, perché è membro della Società del Biscottino fautrice dei gesuiti e dei tedeschi, e perché teme che verrebbe a rinfratire tutta la Toscana. Dio ci liberi da questo flagello più fiero dei terremoti. Ma se devo dirvi intera la mia opinione, io credo fermamente che questi signori non possono ora– mai più trionfare: le loro opinioni, quantunque siano garantite dalla licenza dei superiori, vedo che più non attaccano, e per quanto Tom– maseo e Cantù e compagni si affannano a predicare, la moltitudine non dà loro ascolto, perché tutti li credono solenni birboni. A Genova il Uantù che si credeva di esser festeggiato da tutti, ha avuto schiaffi è mortificazioni in ogni luogo dove si presentasse. In Toscana la venuta del 'l'ommaseo non P. sfata avvertita da niuno fuorché da Gino Capponi che va alla messa con lui. ' Qui continua la stampa segreta dei bullettini contro i gesuiti e le gesuitesse e i tedeschi. La sera del 5 decembre, giorno famoso per la cacciata dei tedeschi da Genova, vi furono falò pei monti di tutta To– scana. A Firenze lumi in gran copia sulla piazza di S. Croce e fiamme su quella di S. Marco. Vi furono anche razzi e globi areostatici sui colli vicini, e un pallone passò sopra la piazza del Duomo richiamando l'at– tenzione degli oziosi passeggianti. A Pisa ardeva il Lungarno e la Ver– ruca. Erano fuochi anche sui monti di Pistoia, di Pescia, di Lucca e di Siena. Anche in Romagna vi fu luminaria e a Ravenna vi furono fuochi e lumi, tra i quali furono singolari e dettero materia di riilere quelli messi fuori dal viceconsole austriaco che credeva che si festeg– giasse .S. Cecilia. A Firenze- furono arrestate dodici o tredici persone tra le quali vari contadini dei vicini colli. Ma ora sono tutti in libertà ed è finita ogni cosa. Altra lettera interessante del VaJ11.nucci è questa, che descrive, con giudizi alquanto pungenti, l'aJlllbiente del Coogresso degli scien– ziati tenutosi a, Genova, e al quale egli aveva partecipato 2 ) : .... Genova in questi giorni passati è stata piacevolissima stanza per i ritrovi di tante v ecchie conoscenze e per le cortesie degli abitanti. Il congresso è sta.to assai animato e vi si è parlato più liberamente del solito. Il Pre sident e generale coi suoi brutti e mal connessi discorsi si è mostrato un gesuita e un uomo da nulla. Ma il congresso non si è punto informato da lui. Gli spiriti Genovesi hanno avuto un degno rappresen- 1) Yannucci a Ranieri. da Prato, 21 decembre 1846. ") Yannucci a Ranieri, da Geno,a, 30 settembre 1846. 'bliotecaGino Bianco ·'

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