Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929

Antonio Ranieri e i Toscani 169 .EHa non volesse più destinare alla stampa quel suo scritto; .e pen conseguenza ho messo in vendita da qualche giorno la ristampa dei due volumi delle Opere di Leopardi, che non potevo ritardare maggiormente. Per queste buone ragioni io non posso più servirla come desideravo, e spero che Ella non potrà né vorrà incolparmi per qiiesto. Forte della sua Storia) che Niecolini, Vannucci e gli altri ghi– bellirni di Firenze, di Pisa e di Prato levavamo al settimo cielo, Ra– nieri concepì la speranza di occupare la cattedra di storia a Pisa, rimasta vacante per la morte del Rosellini. Altri coocorrenti erano l' Amari, lllon raccomandabile per la sua posizione di esule politico, il Camtù e il latinista iMichele Ferrucci. La sorte, o meglio la vo– lollltà del Granduca, favorì il Ferrucci, che mai si era occupato di storia, e che fino a quel momento ignorava chi fosse il Leo 1 ). Ma Ranieri rnon dlisperava ancora, supponendo che il Ferrucci tenesse provvisoriamente la cattedra di storia, per raggiungere poi la sua sede lllaturale, cioè la cattedra di latino, quam.do fosse stata lasciata dal Bagnoli. E il giuoco delle amicizie , delle re lazioni, delle pro– tezioni, si prolunga all'infinito. Ora è Cosimo Ridolfi, che corre dietro ,a,l Granduca, all' Antignano, per «umiliargli)) l'opera del Rainieri, il ,quale gli era stato prese1I1tato dal Vieusseux; ora è Macedonio <Mellollli, che interviene con la sua autorità di fisico famoso (se bene non sia facile cogliere i rapporti tra la fisica e la storia) ; ora è Vieus~ux stesso che lascia cautamente int®dere che il Granduca noo potrà essere molto favorevole al Ramieri, special– mente se qualohe malintenziooato pronunzierà, nei riguardi del napoletano, le tremende parole metafisica e spinozismo 2 ) : .... Ma temo che R A. non v'intenda e si lasci dire da qualche persona poco ben disposta la solita parola metaphisicum. Peggio sarebbe poi se qualcheduno si lasciasse sfuggire di bocca la parola spinosismo. . .... Ora vi è per l'ari.a, un nuovo progetto per l'Università. Si trat– terebbe niente di meno che di trasportare a F'irenze l'insegnamento superiore, quello cioè che non è assolutamente necessario per fare un prete, un medico, un legale, nel quaJ caso la storia, la politica, le matematiche sublimi, la storia della filosofia, verrebbero a formare qui il gran Collegio Normale, e una Scuola Politecnica,. Ma sono progetti e nulla più. A sua volta il Rarnieri, che pure era rimasto in freddo col Cap– poni, dopo la polemica longobard'ica, inondava il marchese di let- 1) « Si pretende che il Ferrucci, non sono ancora molti giorni, non conoscesse neppure l'esistenza di un Leo, ed egli medesimo confessa di dover prepararsi con molti studi per la sua prolusione» (Vieusseux a Ranieri, 5 ottobre 1844). Si tratta dello storico tedesco HEH>'RICH LEO (1799-1878)la cui Gesohichte der italienischen Staaten era stata tradotta in lingua nostra fin dal 1840. 2) Vieusseux a Ranieri, da Firenze. 17 luglio 1844.

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