Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929
162 G. Daria mi condurrebbero fino alla bestemmia, vorrei ch'avessero cancellato ogni antica memoria nostra, ma tengo per fermo, che se a quel tempo si .era vivi, voi ed io saremmo iti a coppia sopra le mura di Roma a tirar sassi contro a' Longobardi, ai quali adesso voglio gran bene, lo che vàle assai contro a' sistematici detrattori loro, ma non conta nulla per giu– .cticare que' fatti, siccome bisogna, con le idee spontanee e necessarie e .allora ragionevoli, di que' tempi. Il Ranieri non si acconciò a questo giudizio e, stizzoso qual era, e preso com'era •dalla idea fissa dei longobardi italianizzati, re– plicò al Oappo1I1i, il quale così, pacatamente e ragionatamoote, gli rispose 1 ) : Vi rispondo appena appena letta la vostra carissima lettera, perché ho bisogno di tormi dal capo quell'argomento, che mi vi brulica dentro da che lessi il vostro libro. Ora ho impegno meco medesimo di pensare ad altre cose, e quando uscito ne sia, forse avrete su' Longobardi più lunghe parole, sempre però sulle generali, perché studiare a fondo quel tempo e raccontarlo a modo mio, non posso. Vi dirò dunque con brevità sgraziata e quasi scortese le risposte agli argomenti addotti da voi nella vostra bella e gravissima lettera. Per ora mi scuserete, poi si tornerà sulla materia, ,se ,Dio vorrà, più a lungo. 1'rimo. Quel che voi dite dei barbari, da voi bene rassomigliati agli Svizzeri che eleggono un capo di loro nazione, sta bene pe' Goti e per gli Eruli, non pe' Longobardi che vennero ad un tratto e barbarissimi. E benché inciviliti, e se volete italianizzati (e quanto lo fossero, qui è la questione, direi così, materialmente istorica) erano pur sempre lon– gobardi, erano il popolo di Alboino e cli Clefi. E che i Goti si roma– nizzassero, noi lo sappiamo per documenti solenni: dei Longobardi si disputa. E i Goti già erano mezzo romani, quando erano mezzo greci. E pur nonostante i Fiorentini eressero un tempio votivo, quando To– tila, re legittimo quanto altro mai, fu vinto da quella canaglia dei Greci, e chiamarono questo fatto liberazione. E che tali idee fossero popolari a' tempi di San Gregorio, e non lo fossero a quelli di Zaccaria, io m'ar– direi di negarlo; perché lo erano anche più secoli dopo; e in quelle idee sta la ragione prima, di tutta l'istoria, cioè di tutte le sventure d'Italia. Secondo. Che non vi avesse a quel tempo idea italiana nell'Italia, io lo concedo, e dico anzi che ella nacque più secoli dopo, e come trovato de' filosofi ecc. Queste cose io le attingo da voi, ma le ritorco contro di voi, perché invece dell'idea d'Italia v'era l'idea di Roma. E la Lom– bardia (come la Gallia ecc.) erano provincie dove l'idea romana entrò per conquista, e fu miracolo che potesse tanto. Ma Roma era impossibile che mai tanto rinnegasse se stessa da spalancare le porte a' barbari per amore delle future generazioni ecc. 'l'erzo. Q.uello che voi dite de' quattro elementi ,è sapientissimo. Io non credo però che tutte quelle cose si antivedessero nell'8° secolo, più 1 ) Capponi a Ranieri, da Firenze, 30 giugno 1842. BibliotecaGino Bianco
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