Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929
Antonio Ranieri e i Toscani 159 S. Pietro a Majella, il Flòrimo attese a compila-re i grossi volumi sulla Scuola musicale napoletana, i quali presentano questo V3Jll– taggio per gli studiosi: che bisogna fare egualmente le ricerche originali, e poi pigliarsi il fastidio di correggere il Flòrimo ! Ma in lui il culto per l'amico della giovinezza si risolveva in una specie di ingenua ciarlaitruneria, che certo IIlon si può rimproverare al– l'amico di Leopardi,. Un illustre amico, Booedetto Croce, mi rac– conta come, giovinetto, frequentasse, per certe sue :ricerche, la · biblioteca del Cooservatorio e come il Flòrimo, in vederlo oosì as– siduo e diligente, volesse dargli una grande prova dì considera– zio,ne. Chiamatolo a sé, un giorno, gli mostrò, sul tav,olililo, tre penne : « Ecco, - disse, - le tre penne che servirono a Bellilili per ,scrivere le su~ opere immortali. Ebbene, io voglio donarvene una in premio della vostra bella disposizione per gli studi.>> L'of– ferta parve al giovililetto cosi favolosa, così sproporziooata ai suoi meriti, che si schermì e rifiutò il dono. Oppure, già malizioso, aveva concepito qualche sospetto? Fatto sta che, uscito dalla stainza del direttore, un vecchio• ùsciere, il quale aveva assistito alla scherma– glìa, osservò : « Curiose, quelle pen!Ile di Bellini ! Ne ha regalate tante, e sono sempre tre!>> Ho narrato questo aneddoto con il solo scopo umanitario di dare una piccola amarezza a qu3Jllti si trovano a possedere U1I1a penna di Bellini do1I1atadal Flòrimo. Ed è tempo, oramai, di venire alle carte Ranieri. Magnificamente ordinate, in parte soltanto per ora, dal Pier– marilili, che !Ileha anche tratto UIIlcatalogo analitico utilissimo agli studiosi, codeste carte avrebbero fatto la gioia dli quegli e ruditi il cui tipo è quasi scomparso, pur sussistendo in alclJIIIl ostina.to epigono, e che non ooncepivano potersi pubblicare un c arteggio senza inserirvi la lista della lav3Jlldaia, la fattura dell'albergatore, il biglietto di presootazi001e, la lettera di raccomandazi001e, la ri– chiesta di danaro, e tutte le altre stupidità e minuzie che costitui– scono l'ordinaria corrispondenza dell'uomo comune, ma non difet– ta1I10,per le necessità della vita, ilil quella dei' grandi uomilili. Obbe– dendo invece al criterio di essere spietato con le superfluità, e di utilizzare un carteggio (quando non sia di un superiore interesse documentario) solo per estratti essenziali, integra1I1do le soppres– sioni colil notizie riasl'!unte, 1I1ell'esplorare le prime sei buste, già ordinate, d~l Carteggio Ranieri, e pur restringendomi ai corrispon - denti toscam.i, e a un'epoca limitata, dal '35 al '47, ho dovuto leg– gere parecchie centinaia di lettere per cavarne le poohe che qui offro ai lettori. E le quali, come si vedrà, non s0010un portento di bel– lezza epistolare, né recano notizie peregrine per la storia politica e letteraria del fe1ice Granducato; ma ililteressano, mi pare, ÌIIl quanto delineano ancor meglio la fis001omia di certi uomini e gio- ibltotecaGino Bianc.o
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