Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929

Pensieri a ben vivere 137 XXII . .Quando avete animo di far bene ad alcuno, vedete prima se costui ha buon cervello. Se non l'ha, buttate via ogni cosa. Per• ciocché il bene non è tale se non è conosciuto; e l'Uomo di poco cervello non conosce o conosce poco, e però il bene fatto a lui, come non conosciuto, sarà gittato. Lodo però che si faccia bene a tutti, ma 1Più a' meritevoli che ad altri. XXIII. È cosa molto certa e manifesta che dove non è confidenza, non può esser buona e vera amicizia, quantunque atti amorevoli ed estrinseci si veggano dall'una e dall'altra parte. Parimente è anco :vero che dove è Superbia non può mai esser confidenza; perché il Superbo non s'abbasserà mai a dir le cose sue, massimamente quelle che sapute 1POtranno secondo il suo pensiero nuocere a quella opi · nione in cui egli crede d'esser o vorria esser tenuto. Però non vi fidate d'amicizia di diffidenti, né meno della confidenza del Superbo, perché facendo altrimenti ne rimarrete per lo più ingannati. XXIV. Quelli che stanno IPer far burle ad altri, sono per lo più di :vivace ingegno e sottili, e per questo riesce loro il farle molto bene, perché le cose di poca importanza si fanno facilmente con la sottigliezza dell'ingegno, ma le cose gravi e d'importanza non hanno bisogno d' acutezza o vivacità, ma di sodezza e gravità. Chi vuol trattar negozio grande con sottigliezza, o lo guasterà o non farà cosa buona. Torno dunque_ a dire, non vi fidate in modo alcuno d'Uomini di bell'ingegno e vivaci, !Perché rovinano ogni cosa per · la loro incostanza e sottigliezza, bollendo lor troppo il cervello, il quale negli Uomini sodi e prudenti mai non si turba. Gli Uomini incostanti finalmente, per buoni che pajono così ne' costumi che nel resto, danno, come si suol dire, nelle scartate e stravaganze. xxv. Proprio è dell'Uomo Superbo considerar le sue perfezioni e virtù, se ne ha, e stimarsi; e negli altri guardare i difetti solamente senza por mente alle loro virtù: e per questo è Superbo. Ma se facesse il contrario, saria umile e virtuoso, perché il considerare i propri mancamenti e le altrui virtù, cagiona umiltà in se stesso, e molta stima del prossimo. ibl1oteca Gino Bianco

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