Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929
136 A. Caro XVIII. Il Ricco dice alle volte che il Povero ha un -bel salvarsi perché è libero da molte occasio111i di male. E il Povero dli.ceche il Ricco può meglio salvarsi perché può far del bene assai. Ed io vi dico che l'uno e l'altro essendo buoni possono salvarsi, e se sono tristi l'uno e l'altro andranno a male; !Perché il Ricco è cattivo per l'avarizia e pel lusso, e il Povero per l'impazienza nella necessità. XIX. Ordinariamente tutti i viziosi del medesimo v1z10, praticano e trattano volentieri insieme, ma questa regola falla ne' superbi, es– sendo il lor vizio tanto grande che l'uno non può praticar l'altro; anzi trattano più volentieri con gli Uomi111i umili, noin perché lor piaccia l'Umiltà, ma perché l'Umile non si cura della Superbia al– trui, e per questo facilmente tratta col Superbo; il che non può fare un altro Superbo. xx. Gl'ignoranti, de' quali è pieno il mondo, s'ingannano grande– mente non facendo distinzione da uomini prudenti e da' belli in– gegni, sebbene son tra loro sì differenti, quasi come il male dal bene, perché i prudenti son buoni ad ogni negozio, e gli altri li rovi– nano tutti, e massimamente quelli che hanno bisogno di lunghezza di tempo, non potendo quasi star saldi per la loro vivacità, che è quella che produce il bell'ingegno. Però io soglio dire, per la lunga esiperienza da me fatta, che i primi sono come exceptione majores., e i secondi si debbono fuggir quanto si •può, o tenerli sotto senza lasciar loro alcuna libertà di trattare. :È nondimeno bene avergli ne' consigli, ove son Uomini prudenti, perché questi servono come bracchi a cacciar le lepri, che son prese da' cani grandi. Parimente i bell'ingegni sono per lo più vani, e dove è vanità non s'asipetti pru– denza. XXI. L'invidia è un male che quasi tutti gli uomini, ed anco quelli che nel resto son buoni, lo patiscono, sebbene niuno o pochi s'accor– gono d'averlo: e questo viene per inconsiderazione. Per conoscerlo dunque sarà buon rimedio l'esaminar te stesso, se hai ambizione: perché, aveindo111e, credi pure indubitatamente che sei invidioso: per– ché l'invidia non nasce da altro che dal non poter patire maggiori Nopra di sé o eguali. BibliotecaGino Bianco
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