Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929

.• PENSIERI INEDITI DI ANNIBAL OARO i Non sapremmo a chi altri, se non ad Annibal Caro, attribuire 1 questa manatella di pensieri che vengono in luce per la prima volta. A sugge~irci il nome del Caro con~or~e un insieme di elementi, desunti alcum dalla natura del manoscritto pervenuto nelle nostre mani, altri ricavati dal testo stesso dei pensieri, ed altri, infine, dall'essenza dello stile di queste scrd.tture che ha in sé quei pregi di nettezza e di vigoria che ,sono appunto del Caro dell'epistolario. Per quanto riguarda il manoscritto, proveniente dalla Casa Corniani degli Algarotti di Venezia e ora in nostro·possesso, merita avvertire che si tratta di un quadernetto di formato comune, di cm. 19 x 15, .composto di cent'otto pagine. Le prime venti contengono tredici lettere del Caro a personaggi vari, e recan le date del '64 e del '65; seguono quindi sessanta pagine, alcune delle quali rudemente strappate, con una pa,.. ziente trruscrizione latina- e ritmata delle Egloghe di Virgilio; e final– mente le ultime. ventotto con i sessantatre pensieri qui raccolti. Che s'abbia a scorgere la mano del Caro escludiamo senz'altro, oltre che per ragioni di carattere paleogra.fico, anche perché non si spiega il fatto di queste tredici lettere e di questi pensieri intercalati da una esercitazione scolastica sulle Egloghe virgiliane. A proposito delle lettere, si sa che il Caro non tenne copia che di pochissime, e che la massima parte delle minute egli bruciò « per le– varsi da torno la confusione di tanti scartabelli », e che quando il Manuzio lo' sollecitò a raccogliere le sue lettere per pubblicarne una scelta, egli dovette ricorrere a <e coloro che scrivendo sotto di lui, nel metterle in netto, ne serbavano le minute. » Può sorgere a tutta prima Fipotesi se in questo manoscritto non s'abbia a vedere appunto lo sfo– gliazzo di un giovane che lavorò agli ordini del Caro, e che del Caro, oltre alle lettere menzionate, avrebbe trascritti anche questi pensieri, inframezzandoli con esercitazioni personali di prosodia latina. Scar– tando poi questa possibilità e restringendoci a considerare il mano– scritto come un centone magari posteriore, non resta, in ultimo - ed è questa la tesi che ci pare più sostenibile, - che pensare ad un quaderno dove queste pagine siano state ricopiate da altro manoscritto, forse da quello originale, la cui presenza a Venezia si comprende facilmente, ove si consideri l'importanza di quell'emporio librario e tipografico. Forse l'esiguità dell'opera, e soprattutto il fatto che di tali rapide 9. - Pegaso. bliotecaGino Bianco

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