Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929

244 lTALO SvRvo, La novella del buon vecchio, ecc. .Proust è andata crescendo in Francia negli ultimi anni; ma credo che le pagine del Debenede.tti possano figurare tra le più belle sull'argo– mento. Dico a ragion veduta « tra le più belle» anziché « tra le più giuste», verché il profilo psicologico e morale del Proust traccia,to dal Debenedetti non esclude una valutazione più strettamente ei,.tetica del vasto libro proustiano, e di questa io che non sono uno specialista della materia n on .sa prei prevedere la portata. Il volume del Debenedetti si chiude con u.no studio sul Gusto dei Primitivi di Leonello Venturi e con un breve s critto di carattfile generale sui rapporti tra critica e auto– biografia. Si capisce facilmente come tali rapporti inter,essino un sag– gista che dimostra alcunché di personale e di scoperto (nonostante ogni cautela) in ogni sua pagina. E che la cautela ci ·sia ce ne avverte già la prefazione, dove dice che « solo in un colpo d'occhio retrospettivo è permesso aJ. critico di ricooosoore sotto. la trama logica dei propri di– scorsi, un vivo grafico delle proprie avventure di uomo. Se dall'auto– biografia egli fosse partito deliberatamente, si troverebbe, finito il gioe<;>, aver quasi sempre torto: ,essendo-viarrivato senza premeditazione, potrà almeno ritrovare ne' suoi scritti l,e ragioni del cuore, o meglio quelle dell'animo, che son più valide, si sa, che le ragioni della ragione. » Proprio così. E anche per questa parte il libro del Debenedetti mantiene le promesse. EUGENIOMONTALE. ITALO .SVEvo, La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri · scritti. Note introduttive di EUGENIOMONTALE. Morreale, Mi- lano, 1929. Lire 10. Saranno sei o sette anni, mi accadeva spesso d'incontrare Italo Svevo che faceva lunghe passeggiate nei dintorni di Trieste; e la via non breve, dalla sua villa -finoalla Borsa egli soleva farla a piedi almeno una volta al giorno in quel tempo, con una metodicità dell'esercizio fisico che apparteneva al suo sistema d'igiene; non mi sorprese adunque che egli desiderasse di venir a camminare con nie una domenica, e solo perché era un uomo sui sessant'anni, sebbene a, vederlo robusto e sano, gli preparai un programma molto blando, che non potesse affaticarlo in alcun modo. Da due a trecento metri da salire c'erano tuttavia, inevi– tabili intorno a Trieste, e ,una leggerissima rampicata per prati e per fa~ cili petraie: e fu quella per mé, inaspettatafllente,· una mezz'ora di sbi– gottimento e di responsa,bilità p~nosa, poiché mi acco-r,si che, cuore o polmoni, c'era una parte stanca nell'organismo di -Svevo. Sorriso e in– quietudine si alternavano nel suo viso, ora celando, ora. scoprendo la sofferenza: poi fummo fuori della periferia, ed egli parve soddisfatto di sé, conteJ1to della misura avuta delle proprie fo1'.ze; io mi lib~rai dal– l'oppressura, potei osservare com'egli non avesse familia,rità con le cose della natura né le specificasse éon un interesse distinto, bensì costan– temente le riportasse aJ.la vita che produeeva di sé l'uomo intorno : la nostra, colazione fu gaia e cordiale; la discesa meticolosamente caùta, per l'estrema vigilanza che m'ero 'imposto esercitare su lui. Nel tranvai BibliotecaGino Bianco

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