Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929

G. UENA, Poesie edite e inedite ecc. 241 traverso le personificazioni e le parole maiuscole (Unica Ospite Amore ' ' ' Uomo ecc.), e naturalmente la vena s'intorbida e si complica talora spe- ciosamente, e le, imitazioni si fanno più vicine. Carducci ma special– mente D'Annunzio sono a ridosso di questo « figlio di ca~pi >>.Sentite già in questi versi del primo poemetto : E si divincolano con lento sforzo l'anime in quel fascin:::.mento strano .... In un momento psicologico ch'è di supremo dolore (la morte im– minente della madre) il poeta può con quel primo verso snodato e on– duleggiante come un groviglio di serpi, e con quella fras;: fascinamento strano (si noti il V'eZzo dell'enjambement) suggerire un fantasma, una imagine al tutto ripugnante con il suo reale stato d'animo. La sovrap– posizione letteraria_ è evidente. Come è evidente, in questa quartina dello stesso compommento, dove si sente il Carducci della bionda Maria lontano un miglio : Ella emergeva fuor delle ondeggianti messi mature come d'aureo fiume: metteva il sol nelle sue braccia un lume bronzeo, negli occhi quasi diamanti. Il carducciano, sobrio oro delle spighe riempie qui un intero verso, diventando << aureo fiume»; né è da escludere ne' due versi seguenti un ricordo di colori dannunziani, tratti dal realismo pittorico d'un Mi– chetti o d'un Barbella. Pure, su questa linea, vi sono strofe fresche e belle, come ne nacquero a Stecchetti e al Panzacchi : O me~si mareggianti, o canapaie acre odoranti, o boschi di gaggie neri, pieni di fremiti e d'ombrfe, o cori nel crepuscolo su l'aie ! Come lto detto, il congelamento parnassiano procede sempre più evidente. Si prenda, a caso, da Pane nostrum (p. 117): Splendete, o giorni, limpidi e benigni! le spiche inturgidiscono e la veccia tra' verdi gambi e fiordalisi intreccia cupi frastagli e petali rossigni. Il colore degli aggettivi, il realismo pittorico dei sostantivi son~ d'una preziosità incastonata, e accusano un gusto della parola eh~ m richiama alla mente la confessione della lettera al Faldella; confessione che non potrebbe far più netto contrasto con ciò che è detto a proposito del Graf in una lettera a E. B. : << Noi possiamo far un italiano, lingua e stile, affatto semplice, trasparente, diretto. >>Questo non fu; ~ la con– clusione che si può trarre a,nche da un esame poco approfondito come il nostro •è che la poesia del Cena, a parte pochi accenti personali cui abbiamo accennato appare più quella d'un epigono che d'un creatore; e d'un epigono no~ sembri forte dirlo, d'un Carducci naturista e d'un D'Annunzio d~scrittivo. Al quale ultimo egli tentò di reagire vivace– mente (e l'epistolario è pieno di questi tentativi) e nella vita e nell'arte: ma in questa, forse il fascino di quella armoniosa << bocca d'oro>> fu più 18. - Plguo.

RkJQdWJsaXNoZXIy