Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929

Giulio 8alvadot'i e la conversione del Manzoni 225 madre e della, moglie, si faceva, una, festa, della, speranza, d'avere a, Bru– suglio il Fauriel è la Oondrnrcet insieme, e ripeteva in altre lettere un simile invito; quando nell'ultimo viaggio dei Manzoni a, Parigi, nel 1819, accettarono una, non breve ospitalità alla Maisonnette? Nota, il Salva– dori come circostanza, probante il non esservi nessuna, lettera, d'Enri– chetta. alla Condorcet. Ma, se è vero che tali lettere non furono ritro– vate, risulta, che furono scritte. Nella lettera succitata al Fauriel Ales– sandro dice : « Maman et Henriette vous embrassent. Elles ont ecrit a, M.me de Condorcet. » Dove trovare un punto d'appoggio all'asserzione che i propositi agitati d'Enrichetta, si fossero conclusi e quieta,t~ nell'offerta, della, sua vita, a, Dio per l'anima dei suoi? Egli si fa, forte di quelle parole del- 1' Exhortation del Dègola nelle qua.li è detto : « A mano a, mano che le convinzioni dello spirito cred ente innalzavano sull'edificio dell'errore l'edificio della, verità, Iddio cons·umava il sacrifi.zio del vostro cuore, sacrifizio di cui avete or ora rinnovato l'immolazione innanzi a,i suoi al.tari, mediante il ministero della sua Chiesa,. » Ma il significato di esse è evidentemente un altro e assai meno misterioso. Vogliono dire che dinanzi alla, verità caftolica, essa aveva, sacrificato l'attaccamento del proprio cuore al calvinismo e riconfermato pure allora questo sacrifizio d'affetti nell'atto dell'abiura. Nessuna allusione vi è ad una immola,.. zione della vita. Il Salvadori se ne appella alla «confessione» fattane dal Manzoni stesso nel suo Natale del 1833 abbozzato in commemora– zione d'Enrichetta morta, nel quale sond queste due strofe: Tal questa Tua, ch'eleggere volesti, peregrina, dal mondo, nel segnacolo tuo fatta in Te divina, ospite nostra e vittima, tra le sorelle meste teco pati. Oeleste sorriso il suo morir. Ella, non rea d'un palpito, perché patire ?... Oh amore! Perohé oi amava ? Al misero, cara, tu desti il core, e il giusto suo supplizio sopra di te prendesti .... a liberar noi mesti, quando ii Signor ver·rà , Ma, il male è che queste strofe, salvo i pasSI m corsivo, non sono del Manzoni bensì del Salvadori, il quale in questo libro ha inserito la ricostruzi~ne, ch'egli a,vea,fatto di quel Nata!e giovandosi dei f~a,~– menti lasciatine dal primo; ricostruzione compita, con tanto convmc1- mento d'aver indovinato ciò che il Manzoni lasciò nella, penna,, d'aver genuinamente colmato le lacune della tr~c~a ori~in~ria, da indurlo in piena bona,fode a servirsene come fonte d1 r1velaz1om che solo dal Man– zoni potevano venire. 15 - Pi,oaao. lioteca Gino B"anco

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