Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929
224 F. Crispolti avrebbe dechirée lbgli dapprima, avèva, scritto desoléc) l'anima d'B.1ui– chetta ossia il battesimo cattolico della sua primogenita. Ed ecco invece il Sal;adori attribuire la triplice conversione ad un intreccio di terribili tragedie. . . . La Condorcet sarebbe apparsa ad Enrichetta quale Ildegarde ap– parve nel delirio ad Ermengarda : « io la temo come una serpe, il guardo suo m'uccide. )) In essa avrebbe veduto non solo il vizio superbo, nia una insidiosa velleità di rubarle il cuore d'Alessandro; onde la giusta gelosia della sposa ferita, l' « amor tremendo è il mio ll ; onde la ten– tazione di darsi spiritualmente ad una fuga, tentazione che. colla com~ pagnia consolatrice <lella Geymu.11er, coi t_f)mperamenti del Dègola si avviava invece al voto di Lucia, quale poteva essere concesso alle « affe-. zioni coniugali e alla ,sapienza ·materna ll di lei, ossia al sacrificio della propria vita al Signore per ottenere la salute della sua nuo·va madre. d'Alessandro, della bambina, dei figli venturi; sacrifi.zio che, secondo il Salvadori; espressamente permesso e benedetto dal Dègola il giorno del– l'abiura, sarebbe stato accolto da Dio colla morte, che la colse in. una « giovinezza avanzata ma non trascorsa. >l A questa tragedia di lei si ,sarebbe unita quella di Alessandro, il quale accortosi finalmente d'aver condotto quasi a disperazione mortale .la, creatura « unicamente amata)), avrebbe preso orrore di sé quasi, d'omicida; sarebbe stato tentato di considerarsi come inetto a fa.re il bf'ne, come fatalmente condannato ad. essere istrumento di male a chi più avrebbe voluto be,neficiare, precisamente come accadde a Marco pel Carmagnola. E di questo strazio morale sarebbè ,stato rivelazione ed effetto quel malore fisico che fin da allora cominciò a tormentarlo, come, ' forse per simili contrasti intimi, avea tormentato suo nonno Cesare Beccaria. · Da questa complessità di rimor.si , di ·sgom®ti, di strazi sarebbe nato in lui il proposito di mutar vita e pensiero, di ricongiungersi in Dio, insieme alla madre, colla giovanetta sua vittima; il proposito cioè che lentamente maturato, e aiutato da meditazioni e dà studi sacri, avrebbe avuto, per grazia divina, la sua decisione folgorante quel giorno del 1810 in cui, nell'a,ngoscia d'aver smarrita tra la folla la sposa entrò. nella chiesa di .San Rocco, invocò per la prima volta Iddio e 10' sentì. L'avviamento del 8alvadori a questa spiegazione tragica della con– v-ersione dei Manzoni era antico. Non aveva egli nel periodico .:.4.rtee . Vita del' giugno 1920 sostenuto che sotto il velame dei Promessi Sposi · Yi era il dramma d'Enrichetta, rappre.sentato nell'òpprèssa Lucia come ;oi n_omi di Do1;1R:o~rigo, dell'Innominato e. vi?' dicendo, vi figu'ravan~ 1 va;1 oppressori, CIOj:\ la Condorceit, Donna, Grnha ed AJessandro stesso ? Il hbro postumo reca all'estremo un tale concetto. · · ( . Ma su quali fondamenti si regge questo edificio innalzato con tanta· ingegnosità e tanta. fede ? _A parer mio su fondamenti assai labili. Come ammetteTe l'estremo aborrimento d'Enrichetta verso la Condorcet e verso il suo circolo, la risoluzione finale d'Alessandro di sottrarla ad ogni c?sto a quei contatti, quando poco dopo la conversione. ossia; ·nel ' febbraio 1811, Ales,sandro scrivendo a Fauriel in nonie proJ?~io e della Biqlio"teca Gino Bianco
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