Pègaso - anno I - n. 8 - agosto 1929
222 F. Crispolti ---------------------- -- --------- documenti ineàiti, anch'esao intorno ad Enrichetta, ci abbia avviato a trovitrla, là dov'egli dice: « Si è errato molto lontano dal vero a dire funesti gli influssi parigini su Alessandro, nei due isoggiorni anteriori del matrimonio, dal 1805 a quasi tutto il 1807, ed a fantasticare inaf– ferrabili suoi traviamenti d'allora. » E infatti, mentre a Milano, al tempo dei Serm.oni, tra il 1801 e il 1805, bisogna « credere al Manzoni sulla parola, quando confessa che non solo uscì da,lla Chiesa cattolica e dalla Fede cristiana, ma che pur negò Dio nell'intimità dello spirito, nelle manifestazioni della vita, proprio con tutto l'essere suo, pieilla– mente, secondo la ferrea coerenza che era in lui fino da aJlora », invece, contro quel disordine grossolano e volterriano trovò una dissuasione nella società che lo accolse al suo primo giungere nel 1805 a Parigi. Essa gli si offrì come uno spettacolo di grazia, di sensibilità, di mutua confidenza, come campo d'alte discussioni volgenti, a dignità stoica e a credenze pur vaghe di teismo, come una palestra insomma di virtù, delle quali aJmeno le bocche erano piene. E per quanto di fatto gli uomini illustri che v' incontrò, e sopratutto la signora intorno a cui s'aduna– \'lmo, smentissero colla loro condotta gran parte di quelle belle cose, contnttociò il giovane Manzoni, dal cuore naturalmente nobile, che spe– rimentava per la prima volta le dolcezze dell'amore e direi della pas– sione materna, fu condotto a veder tutto in rosa e a prender sul serio le parole dei nuovi amici indipendentemente dai loro atti. Così, mentre il suo giudizio intorno alla realtà di essi era talmente annebbiato, da chiama.r <, casto >> nel carme famos.o il petto del complice di sua madr,e, si fece dettare dalla memoria di lui, quelle massime che, attestando uno spirito religioso sia pure generico, ernno moralmente elevatissime e rette. Quindi, proseguendo noi nella via apertaci da.l Guidi, possiamo ben dire che in confronto cogli auni dell'adolescenza passati a Milano, quei primi di Parigi apparvero alla madre ed al figlio come una risurrezione di lui. E poiché in quello stato d'animo duravano entrambi quand'egli si sposò, così poterono illudersi - ecco la loro scusa - che se non utile, almeno innocua e gradita, dovesse riuscire ad Enrichetta la dimora parigina. , Dovettero pre~to accorgersi che le cose andavano ben diversamente. A costei, saldissima nell'integrità morale della vita, e dei giudizi, sgom– bra per pia semplicità da quel dilettantismi della mente e dell'animo che avevano ingenerato in Alessandro una tranquilla confusione nei cri– teri sopratutto pratici della virtù, le j_rregolarità della Maisoimette re– carono dispiacere e pena, conducendola ad apprezzare assai più i sog– giorni ritirati in città e la compagnia d'un'altra veç.ova, la Geymiiller, che, convertitasi dopo grandi sventure dal calvinismo al ca.ttolicismo,. dava esempio di donna realmente virtuosissima. Senza dubbio questo disagio e queste preferenze d'Enrichetta, così consoni all'ordinato, soave, angelico vivere di lei, che non potevan~ ·non essere tenute in conto dallo sposo e dalla suocera, tanto la ammiravano e le volevano bene, furono la vera causa del loro ritorno sopra sé stessi, dell'aver compreso, pur dalla sua religione diversa ed avversa, il valore della originaria religione propria, dell'esser giunti a,d una seconda e BibliotecaGino Bianco I
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