Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929
La Stella del Nord 83 Egli palleggiava Ulilbel rocchio di pirite di ferro ramosa g-rosso come un'arancia e costellato d'Ulila miriade di piccolissime e va– riopinte luci che scintillavruno vagamente come grani di smeriglio. I suoi occhi vi leggevano, scritte coo l'inchiostro dli China sopra una targhetta che non c'era più, due brevi parole: Rio Tinto. Ma il conte l{oberto, nel prenderlo dalla mano dell'amico, non vide altro che quel luccichio, e stupito domandò : - Che cos'è questo? - E se fosse rame? Rame più ferro? - gli rispose il mag- giore Iupiter: - E questa? Non luccica aJIJ.che questa? E quest'al– tra? Strano, per esser pietracce, che abbiano cosi bei colori ! Via via che toglieva dalla pozzanghera quelle pietre meravi– gliose, le passava all'Ulilo e all'altro. Tutti ne ebbero ben presto le mani piene, e cosi anche .Massimo, il quale, vedendole ora da vicino, non voleva credere ai propri occhi. Gli pareva di conoscerle, quelle pietre, e di averci giocato da ragazzo. La loro forma, i biz– zarri disegni delle loro venature metalliche, eran proprio gli stessi che lo avevano colpito tante volte nell'osservare la raccolta di suo padre, e quattro anni di guerra non erano bastati a cancellarne interamente il ricordo. Certo tutte le pietre si rassomigliano, e sarebbe assai difficile riconoscere quelle che ricoprono il greto di un fiume da quelle del greto di un altro fiume. Ma anche dl'una folla umam.a si può dire altrettanto, eppure ognuno riconosce, fra mille, le dieci, le cento facce che gli sono note. Cosi per lui quelle pietre nolil erano come tutte le altre. Il maggiore Iupiter s'era in– tanto rialzato in piedi e, asciugandosi le mani nel fazzoletto, con un sorriso che gli illuminava la fronte leggermente imperlata di sudore contemplava il magico effetto che esse producevano sugli astanti. - Si, - disse poi nel tono enfatico e farabolone del venditore di cerotti, togliendone alcune di mano all'uno e all'altro, - rame, ferro : grigio il ferro, e il rame rosso come l'oro. Immaginate una montagna che •balenasse tutta al sole di questi bei colori ! Non sarebbe Ulil paesaggio fantastico? E invece la terra è estremamente avara di un minerale cosi ricco e compatto, e lo nasconde nei suoi più segreti recessi. Che io ricordi, solo a Rio Tinto se ne trova di simile a questo. A Rio Tililto ! Sa dov'è Rio Tinto, signor Marcello? - In America. - No, non tanto lontano, - disse H maggiore Iupiter: - In Ispagna. E questa scheggia, più piccola, ma forse ancora più splen– dida, non giurereste che sia Mansfeld:? Mamsfeld ! Rio Tinto! Ma qui non siamo in Ispagna, e nemmeno in Prussia, questi monti non sono le Cordigliere, questa pozzanghera non è certo uno dei Grandi Laghi, questi boschi non sono le foreste della Stiria, il mare che li bagna IIlOIIl è quello della Cornovaglia, il cielo che li sovrasta noo. è il cielo del Perù, e ciò nondimeno questo è fiore di minerale di BibliotecaGino Bianco
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