Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929

74 U. Fracchia cose che un ragazzo poteva fare a meno d'udire, e che in ogmi modo non lo riguardavamo affatto. Egli stesso si stupì della calma con cui proinunciò queste parole preludenti a ben altro discorso. Vide l'effetto che esse produssero su Benedetto, e lo sguardo illlquieto che egli scambiò con Massimo e COITT. Alessandra prima di andarsene tutto offeso per .quell'esclusione. QuM1do poi udì il rumore dei suoi passi perdersi nel corridoio, rimase per un attimo ad occhi bassi in un'attitudine di grM1de raccoglimento. Infine sollevò il ·capo, e, rivolgendosi -specialmente al non111O che era seùuto accanto a lui, alla sua destra, con voce piana, come se il parlare gli costasse molta fatica, incominciò : - Figli miei, quamto sto per dirvi richiederebbe la presenza di vostra madre. Ma forse è un bene che io possa parlarvi lei assente, perché, dato il suo carattere così facile ad allarmarsi di tutto, così suscettibile e ombroso, potremo, forse, rispar,miarle una pooa inu– tile. Lnfatti, se la sua volontà può sempre molto in:fluire·sulle nostre decisioni, questa che stiamo per prendere non dipende principal– mente da lei. Dipend!e da te, Alessandra. Si tratta della tua feli– cità, del tuo avvenire: anche dell'avvenire di altri, come ora sa– prai, ma subordinatamente al tuo. Bambina mia, - soggiunse con una certa solennità che l'accento della 0ommozione non faceva che rendere più grave, - è sonata per te un'ora che, o prima o poi, vtooe sempre nella vita d'una fanciulla bella e buona come sei tu: oggi il mio vecchio amico Pepi mi ha chiesto la tua mano per suo figlio Marcello. - Ci siamo! - esclamò Massimo, agitandosi sullà sedia. Il maggiore Iupiter fu sconcertato da questa brusca interru– zione. Ma si fec•eanimo, e, senza osare levar gli occhi su Alessamdra, soggiunse in tono alquanto risentito : - Non so che cosa tu voglia dire, Massimo, con il tuo : ci siamo ! Non credo che fosse cosa prevista. Non posso ammettere che in casa mia si conoscalllo cose d[ twnta gravità e delicatezza che io anche noo 0onosca. In ogni modo, potrai dire in seguito la tua opinio111e.Certo questo 1 Mar,cello, - 0ontinuò, tornando al tooo p,a– cato di prima, - non mi ha mai ispirato né simpatia né fiducia. I figli che noo sanno sottomettersi ai genitori non godono della mia stima. È un ragazzo chiuso, orgoglioso, violento:, amche in que– sta circostanza si è comportato così, da violento. È andato da suo padre, che egli non ama, col quale 111on si è ruperto una volta, e gli ha dichiarato che senza di te, Alessandra, non può vivere, e che se tu 1110n sarai sua moglie si ucciderà con un colpo. Questo lascia sup– porl'e che egli tema un rifiuto. Forse prova soltanto che, contro ogni apparenza, nel fondo non è che un carattere debole. Bisogne– rebbe conoscere una lunga e triste storia che forse vi raccooterò un giorno. La perdita della madre quand'era ancora bambino, un'in- BibliotecaGino Bianco

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