Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929

I La Stella àel Norà 71 - Ebbene, se proJilrio ci tieni, gli scriverò, - disse Massimo sor– ridendo : - Ohi sa che 1110n sia la tua vocazi0111e ? - Scrivigli, - risp6se Benedetto, tomando a parlare seria– mente: - -Si ride per non piangere: il pelilsiero di nostro padre proprio 1110n mi dà pace e non so che cosa no111 farei per saperlo tranquillo. · Ormai anche l'ultimo barlume di sole s'era spento all'estremo - limite del mare, e una leggiera caligine incominciava a :fluttuare sull'acqua, lattiginosa nell'opacità della sera_ Onde lunghe e lente venivano a rompersi tristemente a riva, gettando sulla sabbia le alghe di una lontana tempesta. In ,silenzio i tre fratelli scesero dallo scoglio s·ul ,quale erano sed!uti, e presero la via del ritorno verso la città, le cui prime case, già illumiuate, incominciavano a stendersi sulla spiaggia non molto lontano. I XLIV. Rincasando con quel peso sul cuore, il maggiore Iupiter cam-, minava a testa bassa senza nemmeno vedere dove met,teva i piedi. Inciampava spesso, urtava questo e quello, e la gente si voltava a guardarlo, chiedendosi che cosa avesse quel diavolo d'uomo, vestito di quel lùngo pastrano nero con mantellina, per correre tanto in fretta senza guardare a nessuno. Egli invece avrebbe voluto cam– minare molto adlagio, con molta calma e riflessione, per avere tutto il tempo di meditare sul miglior modo di compiere quell'ingrato d,overe. Ad ogni urto più forte degli altri si accorgeva di correre, rallentava il passo, riusciva a moderarlo per poco, e poi era nuova– mente portato via dal turbine dei suoi pensieri. Ohe fosse un dovere ingrato, e disperato anche, lo sapeva bene : non se lo poteva nascondere. Egli stesso tante volte, e non e['ano neppure molti giorni, aveva dipinto Marcello come il più Slllaturato 1 · dei figli. Ora avrebbe dovuto dipingere un altro M11rcello. N0111 già che egli non sentisse di poterlo fare con piena 0oscienza: l'aspetto delle cose, e così quello degli uomini, muta a seconda del punto di vista ,dal quale si guardano; e, guardando Marcello, non dal punto di vista dell'interesse, poiché egli ne avrebbe avuto vergogna, ma da quello dell'indulgente ottimismo che deve lasciar intravedere il lume di un possibile ravvedimento anche nelle peggiori canaglie, sentiva appunto che gli sarebbe stato facile tratteggiare di lui Uill ritratto morale abbastanza vero senza essere per ciò repugnante o mostruoso. Il potere che una donna può esercitare poi sull'uomo dal quale è amata ( e pareva che quel Marcello fosse innamorato di lei da impazzire, o da uccidersi se fosse stato respinto) è immenso ; e si contano a migliaia gli esempi di giovani dissoluti che l'amore di una donna riconduce ad una vita ~semplare. ,BibliotecaGino Bianco

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