Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929
La Stella del Nord 67 gomito nel passargli accanto. Senza fermarsi, continuò a cammi– nare veloce rasente il muro, e-0me se volesse andarsene per i fatti suoi e avesse gran fretta. Egli la segui qualche passo zoppicando, poi la prese bruscamente per Uill braccio e la costrinse a voltarsi. - 11 giuoe-0 è finito, - dlisse con voce sorda, spingendola co1I1tro il muro. Si piruntò dinanzi a lei, e ve la tenne inchiodata. La signora Celeste abbassò il capo e rimase immobile, muta, in sua prigionia. In quel momento non era che una povera cosa senza volòntà né anima. Egli avrebbe potuto prenderla, batterla, sof- . focarla, senza strapparle un grido. Avrebbe potuto sottoporla a ogni illlsulto e ad ogni carezza, senza vederla né dibattersi né fug– gire. Era rassegnata e pronta a tutto : a ubbidirgli, a cedergli, a lasciarsi trascilllare, a lasciarsi uccidere. Con un senso di profondo odio lo amava. - Celeste, - egli disse invece freddamente, - tu, tu nolil hai voluto, ric6rdati. Quello che tu non hai voluto essere per me, un'altra lo sarà: un'altra a.:icui tu sei gelosa, più bella, più giovane, più desiderata di te. Tu la vedrai impallidire fra le mie braccia. Tu la vedrai bruciare sotto i miei baci. Alessandra sarà mia moglie. Mi ascolti? - le chiese, vedendo che non rialzava il capo né profferiva, parola. La scrollò per le sp,alle e ripetè: - Sarà mia moglie. In questo momento, - continuò con un ghigno malvagio, - mentre noi parliamo, suo padre, suo padre sta per véindermela: 1luopadre e il mio stanno discutendo la cifra. Il vecchio pazzo avrà di che scavare la terra che gli servirà un giorno da tomba; io avrò per me e per tutta la vita Alessrundr-a Iupiter. «Ah!° Ah! non ti sposerà. Pen– serà lei a vendicarmi!>> Disilluditi: mi sposerà, sarà mia. Si sa– crificherà ad un padre maniaco per salvarlo dalla rovina, vorrà essere la nostra booefattrice. Di che IIlOnè capace una donlila del suo carattere ? Tu sola potresti impedlirglielo, vecchia vipera. Ma non lo farai. Se ti è cara la vitar, nolil farlo. Se non vuoi sapere fino in folildo chi son io, spingimela tu fra le braccia. Chissà che un giorno tu IIlon diventi più tenera verso Marcello, quando sarà tuo parente! · Tacque, egli stesso soff.ocato dalle sue parole. Cercò il fazzoletto e se lo passò e ripassò sulla faccia. Approfittando di quell'istante, la signor-a Celeste scivolò contro il muro e parve un'ombra che cer– casse d'involarsi COIIlfusacon altre ombre. - Sposala, - disse con una voce cosi sottile e stridula che parve già ·.molto lontruna a Marcello : - Prendila, se ti piace. - Ti burli ancora di me? - gridò egli infuriato. Con un piccolo gorgoglio di risa gli rispose dall'ombra: - Perché dovrei burla:r:mi di te? Ohi sei tu? Ti dico sposala, se ti piace. · - E ridi! • I "bliotecaGino Bianco
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