Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929
La Stella del Nord 65 colore, e sulla ruvida pelle del suo tamburo, dove la mamo della sigmora Celeste aveva lasciato un'ombra, si leggeva ancora una data che il tempo e l'uso non avevamo cancellata del tutto. Quanto al resto, era un bainjo comune a cinque corde, che si vedevano oor– rere allineate sulla tastiera. - O Banjo, vecchio mio Banjo, - esclamò la signora Celeste, spiccam.dolo da quel chiodo : - o caro, ora capisco, tu mi mancavi. N()(Ilsai che la guerra è filllita? Ohe ,Massimo è ritornato? Oamta che ti passa, dice lui. Dunque cam.tiamo, vecchio amico mio. Si sedette sulla sponda del letto, prese il suo bam.join grembo e incominciò ad accord'arlo. Un suono di chitarra ma più fluido, più discreto, usci dallo strano strumento. Su quell'o111daarmoniosa la vooo della signora Celeste si apri come ullla piccola vela bianca e si mise a filare le ,brevi bordate d'una canzone. Era una ca111zone argentina: gravi accordi' ,terminavano ogni strofe, costringendo la voce a morire in un rantolo. « Voglio vivere, voglio ancora battere il piede nel ritmo di un tango appassiolllato; strappa dalla mia booca la rosa che i tuoi baci lllon hamno potuto avvizzire, poi uccidimi, diceva quella can– zone, trafiggimi il cuore, amor mio. >> - Voglio vivere, voglio ancora battere il piede al ritmo di un tamgo appassionato, - cantava la signora Celeste, -battendo 1Dervosa– mente il piede sulle rose pallide del tappeto, - poi uccidimi, tr31fig– gimi il cuore, amor mio. La camwne era breve, essa la ripetè varie volte. Ogmi volta il suo piede batté con più forza il tappeto, i suoi oochi sempre più dolorosamente si spensero alla trafittura di quella lama dli gaucho. Infine, deposto accanto a sé lo strumento, si alzò in piedi con un piglio risoluto. Inoominciava a imbrUlllire, l'aria della stanza divootava fredda. Ravviamd'osi un ricciolo che le era bizzarramente caiduto in mezzo alla fronte, la sig,nora Celeste tese ,per qualche istante l'orecchio al silenzio che riempiva la casa. Era sola: tutti erano usciti. Sol– tanto il 1Donno, nella stanza del pianterreno, forse s'3ippisolava sulle carte di un solitario, confondendo le figure l'una con l'altra in quella scarsa luce. Le sembrò di vederlo curvo sotto il suo alto berretto, le palpebre bigi e tremolanti nella cavità delle occhiaie, a poco a poco ,abbandonar.si sui br-accioli della poltrooa. Volgendo poi le spalle a quest'immagilll e, s'avvicinò alla finestra e,. senza solle– varne la trasparente tenda di velo, guardò fuori. Lo riconobbe colll stupore dalla forma quadrata delle sue spalle, per quamto in quella luce incerta la sua statura apparisse più alta del 1Daturale. Aveva il bavero alzato filllo a nascondergli quasi metà del viso; l'altra metà spariva sotto la tesa del suo pappello. Fermo in un punto del marciapiede, dove le betulle, interrotta la magra. Pègaso - 5. 81bl1oteca G no Bianco
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