Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929

La pella stagione del Verga 33 abuso, la maniera era giu111taben presto a' suoi ultimi aneliti; i migliori già facevano aùtra cosa; tuttavia l'essere perven')ltO a su– scitare intorno a sé tamta scuola, ,tamta imitazione, dava pure l'idea dli un momento di grande popolarità idel maestro. Veniva di là il D' AnnU111zio poeta e novellatore degli anni più giovanili; e veiniva di là amohe il Caipuana, che fu tffiluto come il teorico della scuola. Ma questi 111On amdò mai, pover uomo, tanto diffuso nel pubblico : e il momento di notorietà più concr,eta, foor della diisptlfante let– teratura, glielo diede un libro di :fiabe da ragazzi, C'era wna volta, che seppe entrare 111ellefamriglie, lietamente accolto, suppergiù come più tardi Il cestello diel buo111 .Alllgiolo Silvio Novaro. Ad ac– creditare l'opfaione odierna che il Capuana si stimasse da quanto il Verga, e forse anche gli fosse p,referito, valse, io penso, ~l giudi– zio personale di Edoardo ,Scarfoglio, facilmente chiamato illl te 0 stimonio, come ,quello che 1t1el Libro di don Ohisciotte la,sciò il pa– norama più vivo del paesaggio letterario di allora. Lo Scarfoglio era buo1t1critico nel riconowere nei tre eminenti meridionali del suo tempo le ,qualità dominamti: nel Verga più potenza di fan: tasia e di colore; nella Serao ·più finezza di sentimento; nel Ca– puana più sicurezza dell'osservazione e più cultura: ma egli ar– gomentava poi troppo logicamente 1t1elsupporre che coteste dlue qualità lucide dell'intelligenza dovessero assicurare il primato a quest'ultimo. Non 1o assièurarono 111é allora né poi. Il povero Capuama ebbe amzi, tranne che in ore fuggitive, inferiori costantemente al suo valore la fortuna e la f,ama; e 'perfino quamdo egli pubblicò Il Mar– chese di Roccaver'dina, che era pure un eccellente romamzo e forse l'ottimo tra i fedeli alla mariiera verghiana, il pubblico e la critica ne presero •appena 111otjzia.Non era il caso che egli offuscasse il Verga; ma nemmeno ricordo io che egli fosse mai vicilllo aid offu– scarlo ; e come suo pare111tedi lettere, fu sempre il parente povero. Il Verga un suo periodo lumillloso lo ebbe; ,ed esercitò un suo ascendente quanto pochi altri autori, e forse nessuno. I centomila bozzetti pubblicati su la carta specchiante di mille riviste, fra il 1880 e il 1890, haro.1110 tutti l'improDJta verghiana: il naturalismo no1t1 conobbe in Italia altra forma popolare che quel «verismo)) cam– pagnolo : s'imitarono di lui i soggetti, il taglio, la grammatica. Queste so111O testimonianze c01I1crete. E sono pur quelle che meno si raccolgono. Noi amiamo meglio vedere la fortuna degli autori 111ellaelaJborazio111e critica che ne fecero i loro tempi: e lai critica verghiana, se fu tutt'altro che ostile, però fu magra. Ad ora a,d ora soipraffatta dal fenomeno zoliano più largo, o tradita da un timido scolasticismo sull'accidentaJta sintassi che appartieine all'originalità dello scrittore. Le origini stesse, tutte culitura e fio– rita dottrina, di ,questa critica dei tempi carducciani, le toglieva Plgaso - S. BibliotecaGino Bianco

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