Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929

·Ventiquattr'ore 17 lui aveva il cuore d'i un uomo. Ma poi iilOnsi tenne e disse : - ;ru ,te la prendi coiil me perché sei u!ll povero imbecille. liil ge!llerale diventi insolente quaiildo hai mangiato e sei a pancia piena. Invece, oggi.... - Il Borriello arrossì e si grattava la guancia come se avesse ricevuto uno schiaffo. - Eccone uiila, - disse il Ferro. Una donna veniva avanti, con una grossa borsa in mano, alta e rossa in faccia; ciocche di capelli grigi le uscivaillo di ,sotto il cappello. Quando fu-davalJlti a loro si fermò come presa da un'idea, aprì la bor~a, trasse un piccolo involto che si mise a scartare diligente– moote, ne cavò delicatamente un panino e si mise a morderlo, guar– dandolo di quand'o in qua!lldo come se avesse paura di avergli fatto male. - Stiamo beine, ragazzi, questo è un quartiere di straccioni. - Il Borriello era divenuto improvvisamoote triste e muto. Il Man– dorla mormorò: - Ma se non lo abbiamo fatto mai di. ... perché. dobbiamo farlo adesso ? Aspettiamo fino a che non abbiamo tro– vato lavoro. Taillto non è mestiere nostro, questo. - Ma il Borriello volse di botto il capo verso i suoi compagni, tese il dito, e stor– cendo la bocca Ì!ll segno d'i111tesaannunziava che c'era qualche cosa di 111UOVO. , Uiil prete, abbastanza grave e solenne, di quelli che s'incontrano nei paesi cattolici, sbucava fra un arco e l'altro del ponte, reggen– dosi con la mano destra la S•òttama, sul ginocchio destro con u111 gesto evidentemente d'abitudine. ·Il suo abito nero di lustrino aveva dei riflessi d'acciaio che in quella sudiceria di fumo e di pol– vere, pareva candore addirittura. Ma quello che dava u111 improvviso senso di lusso alla sua apparizione, erano i fiocchi di seta pavo- 111azza che gli pendevalJlo dal cappello, e, magnifica, come una nota d'organo i!ll U111a chiesa deserta, una croce d'oro gli pendeva sul petto, legata a una catena anch'essa d'oro, che gli scendeva di sugli omeri. - Càspita, un vescovo ! Ragazzi, è quello che ci vo– leva. - E il Ferro si parò davanti a tutti con la sua persO!llamas– siccia. Il prete, come se no111 guardassero lui, camminava assorto e dritto per la sua strada, e li avrebbe rasentati. Il Ferro mise la maino in tasca come se vi nascoodesse un'arma, e non si scosse a un'occhiata che il prete gli diede di tralice, probabilmente senza ve– derlo. Ma in quella che il Ferro allungava un braccio, il Mand'orla • glielo afferrò gridamdo : - Fermo, fermo ! - Il prete sorpreso si fermò e guardò or l'uno or l'altr@ dei tre compagni; il Ferro al– lungò una gomitata al Mandorla e si accostava al prete che lo guardò con gli occhi di chi capisce di correre un pericolo. Il Mam– dorla, che era caduto in terra, si mise a gridare come un for- • sennato: - Non lo toccare perché quello è uino del mio paese. Quello lo c0111osco,mi conosce, è mo!llsignor Fratta. - Poi, solle– vàndosi, sì mise a dire : - Scusate tanto, monsignore mio, se vi abbiamo fatto paura. ,Mi riconolilcete ? Che, state a fare da queste P~gaso - 2. Biblioteca Gino Bianco

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