Pègaso - anno I - n. 7 - luglio 1929
124 A. GrnE, L'éoole des femmes « diRtinto ». - Distingué! - ammira Evelina fidanzata, - et je voudrais qii'o-n n'eut ernployé ce 1not pour nul autre. Apro subito una parentesi. Che cos'è un giovane distinto ? Se le parole conservassero il loro senso, uomo distinto sarebbe quello che la natura, il carattere, le opere, traggono fuor dal gregge, innal– zano sul comune. Ma il vocabolario de,lla società è un altro, e distinto vuol dire proprio l'opposto; colui che in nessun modo si distingue, anzi che rinnega e rintuzza ciò che ha in sé di più vivo, di più natura, e si studia di essere sempre « come si deve», sempre come tutti « dovrebbero essere. » In questo studio, l'uomo distinto si inamida e si irrigidisce un po'. Egli si comporta e, si muove come se, in suo segreto, sapesse di dover essere srmpre di esempio a qualcuno o a sé stesso; spesso, un passo indietro, è riservato; a, tratti, ma per breve e di rado, può essere anche enfatico t11on lo toccate nei principi !) ; schietto, naturale, non lo è mai. E se l'uomo d:::;'tinto è una ma1,chera di tutte le commedie e di tutti i tempi, può darsi che il nostro tempo anglicizzato ne abbia go– duta una fioritura più distesa. Ci sono oggi circoli e ambienti dove, con bella, contraddizione di parole, tu.tti sono distinti! I casi qui sono uno più di quelli della, canzone; sono tre. Talvolta la distinzione è l'abito sociale, la marsina dell'imhecille; talora ricopre merce peggiore, anime smacchiate a secco ma non pulite; alla prima polvere, alla prima pioggia le macchie rifioriranno. Ma più spesso, poiché non convien dipingere il mondo in nero, la distinzione è lo stucco, la vernice con cui le debole-zze, le mediocrità umane si dànno una apparenza decorosa, uno stile. Distinzione è Elpessol'arte di far apparire come virtù e meriti i propri egoismi e òiJerti. Il Hoberfo di Gide appartiene a questa terza classe. Roberto non è poi peggiore di t'1nti ; è uomo mediocre, utilitario, piccino, un po' intrigante, un po' arrivista .... e fin qui niente di raro. Ma a questi che sono i suoi difetti, egli vuol dare un lustro nobile. Dice lui : « Ce n'est pas que je tienne à parvenir., mais je tiens a /aire réussir les idées que je représente. » E O!>Rrrvadi lui l'ingenua Evelina del primo diario : « La. straordinaria distinzione di tutta la sua natura, di tutte le sue maniere, credo che non la debba che a se stesso. M'ha lasciato intendere che la sua famiglia era volgare assai. Lui dice che non ar– rossisce dei suoi, e ciò fa capire ohe una natura meno integra, meno nobile della sua potrebbe arrossirne. >> Caro Alberto! Egli regala un giorno alla fidanzata un braccialetto di molto costo; eha protesta, quasi non vuole accettarlo, finché Alberto le fa intendere che, si, infine, poi, si tratta di un ottimo impiego di denaI.10.Per il viaggio di nozze sceglie la Tunisia dove ha affari agricoli-da, sbrigare: il n'y a pas de plus grand · plaisir que OP-liii dor.t. on J;( ut lfrff parti. Han stabilito con la fidanzata, di scrivere ciascuno il suo diario, senza mai mostrarselo; dopo morte il sopravvissuto vedrà,. Ed egli; prima ancora del matrimonio, riesce a leggere il diarifl di lei; quanto a sé, le confessa ridendo di non averne scritto un rigo. DelicatisRimo Alberto ! Compra a poco e quasi per carità i quadri di un ginvane amico pittore; alla morte di lui, riven– dendo, guadagna milioni, e commenta: - È raro che Dio, prima o BibliotecaGino Bianco
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