Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929

interpretare la rnusica G99 IL Apro quel ricchissimo repertorio di erudizione :filologica che è il Dizionario del Tommaseo, e sotto la voce 'interpretare trovo questa locuzi001e: Interpretare la musica col canto. La quale, mi pare, significherebbe che leggete la musica intonandola co111 la voce è lo stesso che i111terpretarla. Tantq varrebbe dire che la poesia si in– terpreta pro111unciando le parole delle quali essa è composta. Ma non c'è bisogno di lunghi discorsi per dimostrare che ilil entrambi i casi il leggere, il saper leggere, non è che la prima co111dizione indi– spensabile, per arrivare, se si sia da tanto, alla ililterpretazione: e che se l'interpretare ;presuppo111e il leggere, il leggere no111 è che atto del tutto incosciente o soltanto approssimativo del conoscere : come, del resto, è espressione più o meno approssimativa del co111osciuto e del Setntito e pensato qualunque scrittura. Riprendo il Dizionario del vecchione eruditissimo - e amebe intelligentissimo, quando voleva - e leggo ancora, sotto interpre– tare: Spiegare quel che non è ben chiaro) in un discorso parlato o scritto. L'i111ter:pretaresarebbe dUJnqueun atto esclusivamente o pre– valentemente logico? Non voglio giudicare nei riguardi delle altre arti, ma riguardo alla musica non mi pare che il concetto sia giusto. E poi, no, neanche riguardo alle altre arti può ritenersi giusto. No111 parliamo di certe cosi dette interpretazioni eome, per esempio, quelle di molti testi biblici, le quali, benché inspirate e dettate da nobilissime intenzioni, radicalmente mutano o sforzano ed oscurano, per loro scopi religiosi o morali o politici, il senso dei testi; non parliamo delle cosi dette interpretazioni di allegorie, come sareb– ber, per esempio, l' Expositio in Apocalipsim di Gioaccbililo da Fiore o certi comenti alla Oom;media dantesca, le quali sono alla lor volta nuovi e più oscuri indovi111elli.Ma potremo noi chiamare interpre– tazioni quei oomenti a opere di poesia, epica o lirica o drammatica che sia, coi quali, :per esempio, il comentatore precisa il luogo e la data di un fatto storico; o rivela il 111ome, dal poeta taciuto, di u111 personaggio al qu:;i,ledeve essere riferito un verso ; o fa rilevare, da .Ulll punto di vista :filologico e .grammaticale, la singolarità o l'ano– malia di certi vocaboli e di certi costrutti? Spiegaziooi, potremo dhiamarle : spiegazioni magari preziose e giovevoli; ma l'interpre– tazione è un'altra cosa. Similmente, 11101I1 .sono interpretazioni ma soltanto ,spiegazioni quelle di quegli eruditi e grammatici della musica· i quali ci dicono, per esempio, che il tema di quella tale Messa di Palestrilila è tolto da quella tale Allltifona gregoriana; e che in quella tale fuga di Bach il tema appare tante e tante volte e variamente modificato seco111do quei tali e tali artifici contrappun– ti-stici; spiegazioni, quelle di quei comentatori .delle opere di Wagmer ibliotecaGino B,anco

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