Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929

Interpretare la musica 697 orgaIDico, dove sono esseri, quali più forti e quali più deboli, che l'artista, il creatore, ha eletti a vivere ed agire per sue intime ra– gioni, e intorno ai quali egli ha pur creato, favorevoli od ostili, cose e paesi e atmosfera. Dico, badi, lllil piccolo mondo, che è il co111trario di un caos : dico, cioè, una creazione in cui han da esserci ordi111e ritmo, secondo la potenza di vivere degli esseri che ci vivon dentro, e secondo lo spazio che essa occupa e la durata del tempo in cui essa . si svolge : llllla cosa che per crearla ci vuole un uomo di genio, o almeno d'ingegno e intelligenza no111 mediocri, e che abbia il senso dell'architettura: mentre che per far,e il caos basta uno spazzatu– raio. E se questo che io ,dico è vero, è ovvio che per comprendere e interpretare u111a composizio111e strumentale no111 basta leggerla - so– nar la, dirigerla - raccomandandosi alla propria immediatezza di sensibilità, contenti di avvertire ÌIIl sé, qua e là, u~a certa sim– patia che avvici111i l'opera all'esecutore o !',esecutore all'opera: ma bisogilla vederla nella sua interezza, e avere il senso della sua Ìlll– terezza, e il senso del differ,ente valore degli elementi e delle parti che la costituiscono, e della relazione di generazione o dipendenza dli ciascllllla delle sue parti rispetto alle altre; e bisogllla aver visto dove so1110 le cime più alte, e come ci si salga e come e perché se ne discenda; e là dove si sente palpitare più forte un senso di umanità bisogna scoprire la vena che batte, che talvolta è li, visibile, come a fior di pelle, e tal'altra volta è più profonda e segreta, ma non per ciò meno ca1da e meno viva. Vogliamo osservare insieme questo primo tempo di Brahms, per vedere se l'esame di esso possa dirci qualche cosa di utile sull'inter- .pretazione da dargli ? · La forma del pezzo è, su per giù, quella così detta classica, tri– partita. C'è però, che deve pur avere una ragione di esserci e una sua speciale importanza, u111 periodo :fi111ale insolitamente esteso. I temi esposti 111ellaprima parte del pezzo sono tre : il primo in la maggiore, il secondo ÌIIl mi maggiore) e pure in mi maggiore il terzo, che, come nasce, parrebbe generato dal secondo. Temi che non si può dire abbiano u111'espressi01ne antagonistica o diversa; il ,primo e il secondo mostrano anzi affilnità evidentissime, e il terzo, che differisce dagli altri due in quanto disegno, si muove però benis– simo nella stessa atmosfera. E osservate: l'autore ha scritto allegro amabile per Ìllldicare il movimento e l'espressione del primo, e al– l'inizio del secondo ha scritto teneramente) e per il terzo norn ha avuto niente di speciale da dover dire, da raccomandare, forse sottintendendo che degli altri due esso debba apparire come la necessaria co111seguenza.Dicevamo delle a:ffimità fra i due primi temi: tutt'e due sono i111fatticomposti di linee curve: linee più so– stenute e varie nel primo, un poco :più mosse e periodicamente ricor– renti nel secondo, che potrebbe suggerire e rappresentare il leggero BibliotecaGino Bianco

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