Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929

PASSAGGIO AL PO. Mantova) 10 dicembre. - Ieri 31bbiamoriv1sit81to la Reggia e il Palazzo del Té. Quel nOIIlso che di magniloquente, di enfatico, di clamoroso che penetra ed avvolge l'architettura di quelle dimore del fasto cinquecentesco mi ha dato stavolta, come non mai, un bri– vido di stupenda tragicità, d'infinita malinco!Ilia. Sarà la stagione, · sarà che oggi ho l'anima un po' mutriosa e piena di grinze .... Penso a l'Huxley che si compiace di veder· sovr31stare a quegl'immernsi palazzi le oreux néant musioien di Mallarmé e sa trovar frasi de– cadenti a queste rovi!Ile. Io, per loro, no!Il avrei oggi che aggettivi romantici, strazianti, di quelli che suo!Ilano a morto, di quelli che amiamo ripeterci fino alla sazietà, per permearci l'anima della crudele certezza di ogni vanità urna.aia, e del dolore e dell'infinito. Mi piace pensare a questi palazzi gonz31ghiani come al simbolo di ogni trapassare: anche dell'amore. Per me un senso schiettamente simbolico di queste rovine non lo trovo nella Grotta di Isabella d'Este dove passarono i più bei qua– dri e i più grandi artisti della Rinascenza italiana, ma nella Sala dei Giganti) nel crollo fantastico ed osceno di quella caterva di ci– clopi e di macigni..,. P81re oo presagio. Tutta una folla d'artisti e d[ signori giace sepolta sotto quelle macerie del loro maniaco fasto costruttivo. Fortuna che li fuori, sul praito, ci racconsolò una gaia scenetta di zingari. Tre donne abbronzate, sedute per terra, lavoravano a metter in– sieme divanelli e tavolililetti per bambole: minuscole cianfrusa– glie che poi sarebbero andate attorno a vendere pei sobborghi. E die– tro loro era,no due roulottes di color verde, tra le quali stava legato un somarello bianco, peloso e sudicio : una maraviglia, un capola– voro p81scarelliano. La scena era delle più pittoresche e noi ci indu– giammo a contemplarla per un bel po'. Infi111e io dissi: - La mettiamo all'asta, Pilly ? Ritrov81mmo cosi il nostro buonumore, e rientrammo in città a prendere il té. Due scrittori, io e Pilly, allorché la città è avara di motivi e il sacco dell'ispirazione ha bisogno di essere riempito, varuno attorno Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy