Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929

6(6 G. De Robertis troppo legato, sebbene ogni quadro si liberi e viv_adi vita sua; ~l terzo ha un color triste, nuovo nel Parini, e che spiegheremo; ma 11 secondo è u!Ilmiracolo. La Ve.11gi!Ile cuccia, veramente, è un'attrice; e il luogo dove agisce, è un teatro (le « aurate volte))!). Dice la sua ,parte, la sa dire, da maestra, e quale maestra! Non senti più il poeta. Egli ha preparato il lavoro fin nelle mi!Iluzie, e s'è tirato in disparte s'è messo anche lui, con 1I1oi,a ved'ere. Ulll personaggio, due, tr~ persooaggi: e poi il coro, come all'Opera. Quei mesti servi..., quelle damigelle pallide tremanti.. .. L'arte coosumatissima del Parini qui fa le più grandi prove. l!Ilversioni curiose, pause, accenti, tutte le arditezze dello scrivere che tante volte nel Giorno hanno e d'anno effetti stam.chi, qui è potenziato, dal moto d'una sillaba al giro descrittivo e al disegno d'Ulll periodo intero. La lin– gua è anch'essa una cosa vivente; eppure a lavora11sela sappiamo di dov'era partito. Per di più, quell'atmosfera irreale, o meglio d'ecceziollle, ha diffuso tutt'intomo uill riso, Ulllafelicità creativa, che varia e si rinnova d'a parola a parola e da verso a verso. Se c'è una sforzatura, è solo alla :fine,e s'è detto. E una sforzatura, con un che però di profondo, e una fredda tristezza, che un momento tra– disce la commoziollle del poeta, è nel Gioco. Davvero questa gente ha bisogno di dimenticare d'esser nulla, d'esser vecchia, d'esser morta. Parini, ri cordate, ha sempre trovato pietose parole per la noia dei gram.di, la « tetr a noia)), il « fatiooso ozio)), il « fastidio insoffribile )) dei gram.d i : e tra gli ultimi « tipi )) che negli ultimi versi del Giorno pr esenta, uno ve lll'è che per cruda. esattezza si stacca da tutti gli altri : « Quegli or esce di là dove llle' fòri Si mi– nistran bevande ozio e 1I1ovelle )) .... con ciò che segue. Questo è il Parini più grande di lui, il Parini commosso, il Parini llluovo. Nasce di qui la sua malinconia (per le cose più sue) che fa belle e segre– tame nte tristi le Odi) Ullla sopra tutte. Ma senza di essa sarebbe stato soltam.to un puro poeta sensuale e, nei momenti più distac– cati, UIIl no stalgico. Conoscete le sue compiacenze, tante!, nel ri– trarre immagini femminili, di su un intaglio prezioso, « ove si stamno igmude Sculte le Grazie)), o dal vivo e dal vero, con indugi lentis– simi, in una, due, tre, dieci strofe dlU1I1a stessa ode. Ogni tanto però le parole, lU1I1gi dall'essere contente, portavano un che di profonda– mente segnato, come su Ulllafaccia dolorosa, risonavan cupe, sussul– tavano : come quando si perdeva con tutto sé dietro uno sguardo di do1I1na. Proprio nel Giorno non si cootano le espressi01I1i,diverse sem– pre, sul brillar strano degli occhi : da quello «imperioso)) che dal- 1' « areato ciglio)) il grave Munsulmano volge alla sua « effeminata occhiuta turba)), all'altro con che la barbara sposa « molle assisa Su' broccati di Persia)), guarda il suo signore, « e quelli sguardi han possa Di far c he a poco a poco di man cada Al suo signore la fumante cam.na) ), all'altro, più bello, antico, senza orientali con- .BibliotecaGino Bianco

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