Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929

CONGRESSO E CRISI DEL FOLKLORE. Il Socrate platonico, partito in caccia dell'unica virtù, si ritrovò una volta in mano un intero sciame non di api ma di virtù diverse e tutte sommamente pregevoli, senza tuttavia poter decidere li per lì quale fosse in esse la nota comune, perché e in che tutte quélle virtù fossero virtù. Analoga è la condizione di taluno che ha assistito con interesse non scevro di critica alle discussioni dei folcloristi convenuti a Firenze nella seconda settimana di questo maggio per un congresso nazionale di tra– dizioni popolari: a questo tale parve che i congressisti abbiano parlato quasi tutti assennatamente e istruttivamente, qualcuno direi con lingua di angeli, ma di angeli che intendessero ciascuno la propria lingua e delle altrui non si dessero pensiero, anzi neppure supponessero, nella loro ingenuità, che altre, oltre la propria, ve ne potessero essere. Esiste un'unica scienza del folklore? Si sentirà tentato di negarlo chi prima, seguendo i lavori della sezione di letteratura popolare, sentiva Michele Barbi e Vittorio Santoli leggere memorie le quali portavano evi– dente l' impronta della più rigorosa filologia formale e intendevano a delineare la storia dei testi con i metodi che a questo fine, ora dopo cent'anni di esperienze pratiche e di riflessioni teoretiche, sem– brano i soli adeguati; e il giorno dopo, prestando orecchio agli stu– diosi di rcligiosità popolare, notava come i loro contributi, quando non erano, come spesso furono, mere comunicazioni di fatti osservati e rac– colti (in questa categoria oe ne furono di meritorie e di interessantis– sime), erano naturalmente guidati e illuminati da metodi etnograifici; o, passando in altra stanza, si accorgeva come il folklore linguistico o la linguistica folcloristica non fosse se non linguistica senz'altro, quale la praticano i migliori tra i glottologi moderni, non usi a separare lo studio delle parole da quello delle cose, perché consapevoli che il tagli<'>inna– turale porterebbe a conclusioni vaghe é<l erronee. · Unità di scienza, invece, pare implicare unità di metodo. Chi accennò timidamente questo dubbio, si senti rispondere autorevolmente dal pre– sidente del congresso, che è insieme lo studioso tra gl'ltaliani più dotto e più operoso nella scienza delle religioni, che l'unità della disciplina folcloristica è data dall'unità del suo oggetto, il popolo. Proseguire la discussione metodica in quella sede, non sarebbe stato opportuno, perché essa era sorta improvvisamente da una comunicazione partico– lare ed era, come tale, incidentale e, direi quasi, regolamentarmente illecita. Altrove sarebbe ,stato lecito rispondere preliminarmente che l'unità dell'oggetto, separata dall'unità metodica, non può conferire BibliotecaGino Bianco

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