Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929

LETTERA A F. T. MARINETTI. Caro Marinetti, quando tu hai parlato a Lucca io ero a Napoli, e non son potuto venire ad ascoltare il tuo, come vedi da questa lettera, memorabile di– scorso. ,Scusami se oggi ti dico che non me ne do!go perché, quando ho letto quell'orazione, mi sono detto, con la romanza, che tu non sei più tu. Sono vicende che capitano a tutti gli uomini d'a,zione, rapiti dall'amore del pubblico bene e dai quotidiani doveri delle cento pubbliche respon– sabilità. Ma, dopo i cinquanta, il vero metro dell'intelligenza è la me– moria: voglio dire, il metro con cui alla meglio possiamo da noi misu– rare l'intelligenza che la rapina dell'età ci lascia. Ora, per l'affetto che dall'altro secolo tenacemente ti porto, ciò che m'ha addolorato più del non averti udito è stato appunto il fallire della tua memoria. Si, l'arte, le lettere, il futuro, il futurismo, il dinamismo, rang tumb tumb tatatatà : tutte cose stupende. Ma tu dovresti concederti un poco di riposo. Che cosa infatti hai detto ai lucchesi ? « Dare il nome di Pègaso ad una rivista oggi al tempo di Ferrarin è una cosa ignobile. Pègaso è un cavallo marcio che non ha più nessun .significato.» 1 ) Nessun si– gnificato ? Marcio il mito di Pègaso ? Oh di chi saranno mai questi. versi? Hurrah ! Plus de contact avec la terre immonde! ... Enfin, je me détache et je vole en souplesse sur la grisante plénitude des .Astres ru.isselants dans le grand lit du ciel! Quale altro poeta nel ventesimo secolo poteva immaginare questo, volo sul letto e questo rusee1lare sulle lenzuola delle nuvole, se non tu, caro Marinetti, quando anc6ra scrivevi in francese, tu nella scalpitante poesia intitolata proprio A mon Pégase, a pagina 159 della tua Ville <Jharnelle ? E in cosi pochi anni dopo tanti millenni di gloria l'alata propago Medusae, il destriero di Perseo, di Bellerofonte, di Giove e di Marinetti, sarebbe diventato marcio d'un colpo, a Lucca? Miracoli della divinità : credendo di ferir Pègaso, tu ferivi te stesso. 1 ) Popolo Toscano, 30 aprile 1929. Biblioteca Gino Bianco,

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