Pègaso - anno I - n. 6 - giugno 1929

La ~tella del Nord 735 - No, il coraggio dei soldati. - Per carità ! È un coraggio che spesso si potrebbe chiamare p,aura. - Tu ? Tu hai avuto paura ? - Oh, tanta! Una paura maledetta. - Ora vuoi burlarti di me, brutto cattivo! - esclamò la signora Celeste, battendogli tamti colpettini sulla spalla con il pugno chiuso : - Con queste medaglie ? Dopo quello che ci hai raccontato ? - Così no111 avessi aperto mai bocca! - Bravo! E io invece avrei voluto starti a sentire fino a do- mani. Quando sei andato i111controa quell'ufficiale, e lo hai fatto prigioniero, quando poi lo hai legato con le fascine .... Come mi sarebbe piaciuto vederti da dietro una frasca! - Altro che frasca! - esclamò ,Massimo COIIl uno scoppio di risa. - Ed era proprio così, un ometto grassoccio, pelato, miope, come ce lo hai descritto ? - No, era un gigante alto sei metri, secco come un palo, colll i capelli tutti irti, e due lanterne per occhi. Ma io ho fatto ham ! e me lo so1110 mamgiato. - Via, via, smettila, non voglio sapere più niente, - disse impermalita la signora Celeste, e gli tirò amche la barba per casti– garlo. Massimo rise di nuovo e ricominciò a cullarla. Si sentiva rasse– renato. Pensava a certe lettere di suo padre 111elle quali spesso si ripeteva il ritornello: « è sempre la stessa bambina>>, « una bambina sarebbe più coerente di lei)), « ride e piamge senza un perché, come farebbe una bambina>>; e sorrideva appunto nel cOlllstatare come suo padre avesse ragione. - Basta, mamma, n0111 parliamo più della guerra, - disse con accento di preghiera: - Domani ne parleremo. Parliamo ora piut– tosto di voi. Come sono passati per voi questi quattro anni ? E come va la vita in questo nuovo paese ? - Va come Dio vuole - sospirò la signora Celeste. - Non bene ? - chiese Massimo : - Pure le ultime lettere del babbo erano così fiduciose! Non lavora alle sue nuove miniere? E lll0n siete C0111tenti ? - Oh, le sue lettere come le sue parole, SOIIl0 sempre piene di belle illusioni, - rispose la signora Celeste : - Quanto a questo è un uomo meraviglioso. Ma quale sia poi la realtà, chi può saperlo ? Per qualche giorno è andato sulle montagne. Partiva la mattina e ritornava la sera stanco e infangato. Ora, da un paio di settimane, nOIIl ci va più, e delle miniere non si sente parlare. - Ma avete almeno trovato qui un po' di pace ? - Secondo che cosa s'intende per pace. Ohe pace vuoi che fosse la nostra finchè tu eri lassù, 111ei pericoli ? ibl1oteca G no Bianco

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