Pègaso - anno I - n. 5 - maggio 1929

La Stella del Nord 591 ad ogni costo a sé stessi e ai figli loro quel benessere, quel quieto vivere che tu tanto rimpiangi? -:- E ti sembra da biasimare? - Non dico questo, ma, se tu pensi àlle nostre ideologie, vedrai che non miravano ad altro. Noi avremmo voluto star fermi, ma il mondo camminava s_otto i nostri piedi. Allora abbiamo cercato di accomoda,re le cose per il meglio, in modo che il mondo camminasse sì, ma col minor numero possibile di scosse e di urti. Come tutti i deboli,, come tutte le génerazioni prive di ideali propri ed incapaci di creare, noi abbiamo abbracciato la teoria dell'evoluzione come una seconda fede: Non ci avevano forse insegnato i-nostri padri che la mano di Dio non era necessaria per fare l'uomo, ma bastava lasciare allo scimmione ii tempo di evolversi? E noi, in base a questo in– segnamento, abbialIIlo creduto che basta,sse _lrusdare alla società il tempo di compiere il suo processo evolutivo, assecondandolo tutt'al più con le riforme. Guerre, rivoluzioni ? Per carità! Evoluzione e riforma. Niente di più comodo, infatti. La crusa ha un crepaccio, ma tu non la demolisci per costruirne un'altra. TÙ la riformi, fabbri– crund'ole accanto una torricella che chiuda la crepa e appu[ltelli il .muro. E cosi, oltre tutto, [lOn avrai più una semplice caisa, ma un castello. Quale progresso ! E con che minimo sforzo ! Il maggiore Iupiter rise brevemente e a freddo di questa casa riformata. · - Ti annoio? - chiese all'amico.· - Figurati! - rispose il conte Roberto. - Ebbene: chi più di me ci ha creduto? - continuò il maggiore Iupiter: - Senza evoluzione, cioè senza graduale e spontamea ri– formatcome esisterebbero i minerali nel seno delle rocce? La natura è comu[lista ed evoluzionista. Essa mette tutto Ì[l comune, l'acqua, l'aria, la terra, il fuoco e un quinto elemento, di cui tutti si scor– dano : il tempo ; ed ha a sua disposizione i millenni perché questa materia' compia le sue innumerevoli metamorfosi ed evoluzioni. E credi che non verrà il giorno in cui il ferro, il rame, l'argento si troveranno nella terra allo stato puro, come l'oro, già dissociati da ogni amalgama e da ogni scoria ? Ma intanto l'uomo deve metterci la mina e fonderli nei forni. Perché il dovere dell'uomo, ma che dico il dovere! la legge della vita umana è di separare gli elementi con violenza, districando questo perenne e invisibile caos e forzando il corso del tempo, per creare nel termine,del suo breve ciclo le con– dizioni necessarie al suo rapido rinnovarsi. La vita .dell'uomo è guerra e rivoluzione, non pace, nO[l evoluzione e tanto meno riforma. _ Puoi essere sodisfatto, - disse con bonaria ironia il conte Ro– berto : - Che sia guerra, noo c'è dubbio. - Ma questa è la guerra che appunto non avremmo mai voluto vedere, alla quale non vorremmo credere, - esclamò il maggiore ibliotec~ Gino Bianco

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